Page 8 - Breve storia della musica
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antichi, fra i quali erano diffusi strumenti a corda come il

                kinnor, simile a una lira, e strumenti a fiato come lo shofar e
                l’ugab, ricavato da un corno di capra il primo, simile a un flauto

                il secondo. Fra gli Ebrei sembra fosse più sviluppata la pratica
                vocale di quella strumentale, e alcune forme sono poi passate

                nella tradizione della prima cristianità, per esempio la
                cantillazione, forma di recitazione intonata dei testi sacri.


                In Oriente sono state almeno due le grandi tradizioni musicali:
                quella indiana e quella cinese. In India si sono diffusi strumenti

                di ogni tipo, da quelli a corda, come la vina, ai flauti e agli

                strumenti a percussione come tamburi, cimbali, tabla (una
                coppia di tamburi). Caratteristica della musica indiana è
                l’adozione di molti tipi diversi di scale, codificate in un sistema

                già intorno al II secolo a.C.


                La Cina è stata probabilmente la prima civiltà in cui la musica

                ha acquisito il carattere d’arte svincolata da riti e cerimonie
                religiose; era invece legata alla natura e messa in rapporto con

                altre caratteristiche come i colori, le stagioni, i punti cardinali,
                in una concezione generale dell’Universo fondata sull’energia.

                Fra gli strumenti tipicamente cinesi, il cheng (tredici canne di
                bambù infisse in una zucca dotata di imboccatura), uno
                strumento a fiato, e il king (di cui si ha notizia già prima del

                1000 a.C.), lastre di pietra appese a un telaio, uno strumento a
                percussione.



                Spetta ai Greci (per quanto ne sappiamo, almeno) il merito di
                aver introdotto, nel IV secolo a.C., una prima notazione
                musicale, cioè un modo per scrivere le note. Era una notazione

                alfabetica, che usava cioè le lettere dell’alfabeto per
                rappresentare i suoni: era ancora rudimentale, ma uno scrittore

                del IV secolo d.C., Alipio, ce ne ha tramandato la chiave,
                permettendo a qualche studioso moderno di tentare una

                ricostruzione dei pochi brani antichi giunti in questa forma fino
                a noi. Alipio fa parte dei “trattatisti” greci: sono i primi autori



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