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29 I nuovi assetti dopo il 1989
e l’egemonia statunitense
La fine del mondo comunista e del rigido bipolarismo che avevano
caratterizzato il secondo dopoguerra ha liberato spinte centrifughe
e nazionalistiche prima soltanto latenti. Nei Balcani si è assistito alla
dissoluzione della Repubblica Federale di Iugoslavia sulla scia di tensioni
separatiste ed etniche, cui non si sono rivelati estranei contrasti di tipo religioso
(come nel caso della Bosnia-Erzegovina). L’indipendenza di Slovenia, Croazia,
Bosnia e Macedonia, dichiarata tra il 1991 e il 1992, è stata seguita da una
sanguinosa guerra civile con la Serbia per la difesa delle rispettive enclave
etniche nelle regioni vicine; negli anni successivi, non senza traumi e interventi
di ONU e NATO, anche Kosovo e Montenegro si sono resi indipendenti.
In Italia nell'ultimo decennio del XX secolo si è assistito alla novità
della alternanza di governo tra coalizioni di centrodestra e centrosinistra.
Gli Stati Uniti, con le presidenze di George Bush e Bill Clinton, hanno dovuto
gestire la nuova supremazia e la nascita di nuovi focolai di tensione. Clinton,
in particolare, ha messo in atto un’articolata politica estera di interventismo
militare nell’ambito di una egemonia concertata con le altre potenze regionali.
Il regime cinese, infine, nonostante la chiusura sul tema dei diritti umani,
ha aperto con grande successo all’economia di mercato.
La guerra civile nella ex Iugoslavia
Il crollo del Muro di Berlino e la fine del monopolio politico co-
munista nell’area balcanica acuirono le tensioni di stampo se-
paratista e nazionalista in Iugoslavia. Solo Tito, grazie al proprio
carisma, era riuscito a tenere unita la Repubblica Federativa So-
cialista di Iugoslavia, formata da un mosaico eterogeneo di po-
poli. Alla sua morte (1980), le diverse repubbliche federate ave- Alla morte di Tito
vano visto emergere forti spinte separatiste. Durante la secon- crescono le forze
da metà degli anni ’80 le forze centrifughe crebbero costante- centrifughe
mente d’intensità. Per risolvere il problema, e volendo scon-
giurare una guerra civile che sembrava sempre più vicina, nel
1991 il presidente della Bosnia-Erzegovina, Alia Izetbegovic
(1925-2003), propose la trasformazione della federazione in una
comunità di Stati sovrani. Tale proposta non fu presa in consi-
derazione dal governo della Serbia, osteggiata dal leader dei co-
munisti locali, Slobodan Milosevic (1941-2006). Mancando l’ac-
cordo, le repubbliche iugoslave di Slovenia e Croazia procla-
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