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Fig.73
SPETTROSCOPIA IN RIFLETTANZA
Nella spettroscopia in riflettanza una radiazione elettromagnetica variabile in lunghezza d’onda,
viene inviata da una opportuna sorgente visibile o ultravioletta, selezionata mediante un
monocromatore (prisma o reticolo), non più attraverso il campione da analizzare ma viene riflessa
su di esso (fig.74).
Il campione da analizzare potrà essere un frammento di pigmento di un dipinto ecc.
Quest’ultimo, in base alle sue caratteristiche ed al suo colore, assorbirà la radiazione
elettromagnetica a determinate lunghezze d’onda e rifletterà la radiazione che non riesce ad
assorbire (es. se è di colore verde assorbirà la radiazione rossa, ma rifletterà appunto quella di
colore verde come visto in precedenza).
Questa radiazione che viene riflessa dal campione, inviata ad un detector, crea un segnale elettrico
che sarà trasformato dallo strumento (spettroscopio) in uno spettro, ossia un grafico dove si riporta
l’energia riflessa dal campione (ascisse) in funzione della lunghezza d’onda della radiazione
elettromagnetica inviata al campione (ordinate).
Tale spettro chiamato appunto di riflettanza, in analogia a quello di assorbimento, è caratteristico
del campione esaminato e permette quindi di individuare la sua tipologia (Fig.75).
Il vantaggio di questa tecnica e che non è necessario prelevare un pezzo di campione da destinare
all’analisi spettroscopica quindi la metodica non è distruttiva e quindi facilmente applicabile allo
studio dei dipinti.
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