Page 11 - I dolci napoletani in 300 ricette
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la dolce napoli                                                           11

            derivazione parigina, le costruzioni barocche create dai monzù per stupire la
            tavola, caratterizzate da preparazioni complesse e da formule tenute gelosa-
            mente segrete nel corso della carriera professionale degli chef.
             Ecco  dunque  che  la  nostra  ricerca  spazia  dalla  tradizione  classica  così
            come ormai è tramandata nei migliori laboratori alle innovazioni dell’alta
            gastronomia, dai segreti custoditi in famiglia e nei conventi alle varianti
            presenti su tutto il territorio regionale attraverso una raccolta antropologico-
            gastronomica che non ha precedenti.
             Questa poliedricità di cui abbiamo cercato una sintesi di comodo è comun-
            que lo specchio della città, così come il sapore dolce, che arriva immediata-
            mente al cervello rassicurandolo e saziandolo perché gli comunica l’arrivo
            dei rifornimenti per la sopravvivenza del corpo. Già, perché se per il resto
            del cibo è  sempre necessaria un’evoluzione concettuale, una  mediazione
            culturale per arrivare a un approccio e al giudizio, per i dolci l’impatto è im-
            mediato, diretto, oserei dire biologico: impossibile trovare qualcuno che non
            l’apprezzi, anche coloro i quali si piccano di essere “salatisti” soddisfano
            in altra maniera, per esempio con il vino, il bisogno di zuccheri del proprio
            cervello, e dunque del proprio organismo. Ecco allora come l’autorappre-
            sentazione pasticcera di una città è il suo biglietto da visita più convincente
            e veritiero, consente di entrare immediatamente nella testa dei suoi abitanti.
            E Napoli, da questo punto di vista, spiega così il suo mistero inestricabile,
            cioè l’essere lazzara e aristocratica, raramente borghese, orientale e occiden-
            tale, una complessità difficile da trovare altrove dove spesso intere nazioni
            si identificano con un solo, al massimo due, dolci. Pensate alla sconcertante
            banalizzazione zuccherina degli States e confrontatela con la ricchezza e la
            varietà partenopea: cosa credete che avrà un futuro life style, il muffin o la
            sfogliatella?


                                                                     Luciano Pignataro
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