Page 7 - I delitti della rue Morgue
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re dell’altissimo ramo di questa scienza che – impro-
priamente e solo in ragione delle sue operazioni in senso
retrogrado – è stata chiamata analisi, come se fosse pro-
prio l’analisi per eccellenza. Tuttavia il calcolo non è in
se stesso un’analisi. Un giocatore di scacchi, per esem-
pio, fa l’uno senza perdersi con l’altra. Ne viene di con-
seguenza che, riguardo ai suoi effetti sul carattere men-
tale, il gioco degli scacchi è di solito sopravvalutato, e
di molto. Io non sto scrivendo un trattato, ma semplice-
mente pongo di prefazione a un racconto piuttosto sin-
golare alcune mie osservazioni prese alla rinfusa; appro-
fitto dunque dell’occasione per asserire che il massimo
potere della riflessione è piú decisamente e utilmente
provato dal modesto gioco della dama che non dalla
complicata futilità degli scacchi. In quest’ultimo essen-
do i pezzi dotati di movimenti diversi e bizzarri e di va-
lori diversi e variabili, quello che è soltanto complessità
vien preso (errore abbastanza comune) per profondità.
L’attenzione sí, è messa in gioco moltissimo. E se per un
momento si allenta, si commette una svista che risulta in
una perdita o nella disfatta. Essendo i movimenti possi-
bili, oltre che vari, involuti, le occasioni di quelle sviste
ne vengono moltiplicate; e in nove casi su dieci non è il
giocatore piú acuto ma il piú concentrato che vince. Nel
gioco della dama al contrario, nel quale la mossa è una
sola e non subisce che poche variazioni, le probabilità di
inavvertenze sono minori e l’attenzione del giocatore re-
lativamente libera, per cui i vantaggi riportati da questo
o quel contendente si ottengono grazie a una perspicacia
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