Page 109 - Odi e Inni
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Su innumerevoli roghi,
sotto infinite rovine,
arso, oppresso, al flutto, al vento...
Oh! chi morì senza fine,
non ha fine, non è spento,
non è qui.
VI
Quanto morì!... La zagaglia
ebbe un giorno alla gorgiera.
Egli, egli stesso, il Ferruccio,
in quella cerula sera,
disse, senza odio né cruccio:
Dài a un morto...
Morto? Né prima né dopo,
mai, Fabrizi Maramaldi!
Cadde il Ferruccio nel sangue,
ma si chiamò Garibaldi,
quando rosso, da quel sangue,
fu in piè sorto.
Voi che notturni moveste,
quando le pallide stelle
rilucean su la rugiada,
egli, l’eterno ribelle,
balzò su con la sua spada,
non è qui.
VII
Dove?... Sull’Alpi d’Italia!
Forse il Vecchio è un giovinetto.
Sale un ghiacciaio; s’arresta
poi ch’una voce gli ha detto,
con un grido di tempesta:
Qui c’è nostro!
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