Page 196 - Myricae
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Giovanni Pascoli - Myricae

                                          chiuso ascondevi, come l’avo buono
                                          che nell’irsuta mano cela un tardo
                                                      facile dono.

                                          Ai primi freddi, quando il buon villano  5
                                          rinumerò tutti i suoi bimbi al fuoco;
                                          e con lui lungamente il tramontano
                                                      brontolò roco;

                                          e tu quei cardi, in mezzo alle procelle,
                                          spargesti sopra l’erica ingiallita,    10
                                          e li schiudevi per pietà di quelle
                                                      povere dita

                                          Tutti spargesti i cardi irti e le fronde
                                          fragili, e tutto portò via festante
                                          la grama turba. Nudo con le monde      15
                                                      rame, o gigante,

                                          stavi, e vedevi tu la vite e il melo
                                          vestiti d’oro e porpora al riflesso
                                          già delle nevi, e per lo scialbo cielo
                                                      nero il cipresso.          20


                                                             III

                                          Per te i tuguri sentono il tumulto
                                          or del paiolo che inquïeto oscilla;
                                          per te la fiamma sotto quel singulto
                                                      crepita e brilla:

                                          tu, pio castagno, solo tu, l’assai      5
                                          doni al villano che non ha che il sole;
                                          tu solo il chicco, il buon di più, tu dai
                                                      alla sua prole;


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