Page 117 - Myricae
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Giovanni Pascoli - Myricae
VI
LAPIDE
Dietro spighe di tasso barbasso,
tra un rovo, onde un passero frulla
improvviso, si legge in un sasso:
QUI DORME PIA GIGLI FANCIULLA.
Radicchiella dall’occhio celeste, 5
dianto di porpora, sai,
sai, vilucchio, di Pia? la vedeste,
libellule tremule, mai?
Ella dorme. Da quando raccoglie
nel cuore il soave oblio? Quante 10
oh! le nubi passate, le foglie
cadute, le lagrime piante;
quanto, o Pia, si morì da che dormi
tu! Pura di vite create
a morire, tu, vergine, dormi, 15
le mani sul petto incrociate.
Dormi, vergine, in pace: il tuo lene
respiro nell’aria lo sento
assonare al ronzio delle andrene,
coi brividi brevi del vento. 20
Lascia argentei il cardo al leggiero
tuo alito i pappi suoi come
il morente alla morte un pensiero,
vago, ultimo: l’ombra d’un nome.
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