Page 118 - Myricae
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Giovanni Pascoli - Myricae

                                                       IDA E MARIA


                                          O mani d’oro, le cui tenui dita
                                          menano i tenui fili ad escir fiori
                                          dal bianco bisso, e sì, che la fiorita
                                          sembra che odori;
                                          o mani d’oro, che leggiere andando,     5
                                          rigasi il lin, miracolo a vederlo,
                                          qual seccia arata nell’autunno, quando
                                          chioccola il merlo;

                                          o mani d’oro, di cui l’opra alterna
                                          sommessamente suona senza posa,        10
                                          mentre vi mira bionde la lucerna
                                          silenzïosa:

                                          or m’apprestate quel che già chiedevo
                                          funebre panno, o tenui mani d’oro,
                                          però che i morti chiamano e ch’io devo  15
                                          esser con loro.
                                          Ma non sia raso stridulo, non sia
                                          puro amïanto; sia di que’ sinceri
                                          teli, onde grevi a voi lasciò la pia
                                          madre i forzieri;                      20
                                          teli, a cui molte calcole sonare
                                          udì San Mauro e molte alate spole:
                                          un canto a tratti n’emergea di chiare,
                                          lente parole:

                                          teli, che a notte biancheggiar sul fieno  25
                                          vidi con occhio credulo d’incanti,
                                          ne’ prati al plenilunio sereno
                                          riscintillanti .


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