Page 107 - Myricae
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Giovanni Pascoli - Myricae

                                                     SOLITUDINE


                                                           I
                                        Da questo greppo solitario io miro
                                        passare un nero stormo, un aureo sciame;
                                        mentre sul capo al soffio di un sospiro
                                        ronzano i fili tremuli di rame.

                                        È sul mio capo un’eco di pensiero       5
                                        lunga, né so se gioia o se martoro;
                                        e passa l’ombra dello stormo nero,
                                        e passa l’ombra dello sciame d’oro.



                                                           III
                                        Sono città che parlano tra loro,
                                        città nell’aria cerula lontane;
                                        tumultuanti d’un vocìo sonoro,
                                        di rote ferree e querule campane.

                                        Là, genti vanno irrequïete e stanche,   5
                                        cui falla il tempo, cui l’amore avanza
                                        per lungi, e l’odio. Qui, quell’eco ed anche
                                        quel polverio di ditteri, che danza.



                                                           III
                                        Parlano dall’azzurra lontananza
                                        nei giorni afosi, nelle vitree sere;
                                        e sono mute grida di speranza
                                        e di dolore, e gemiti e preghiere…




                                                                                     99
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