Page 98 - Lezioni di Letteratura Italiana
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LEZIONI DI LETTERATURA ITALIANA - ANNO ACCADEMICO 1906-1907
della morte di Cesare e della venuta di Gesù Cristo.
Nell’Eneide, dunque, abbiamo la ragione nascosta, che c’è nelle can-
zoni di Dante. E la differenza di stile non esiste perché tragico è tan-
to quella della Commedia quanto quello dell’Eneide.
La differenza è che la canzone è d’amore, ed è diretta a donne, ma
parlandosi di altra donna amata; e l’Eneide è un poema epico dram-
matico; ma la differenza cade quando Dante afferma che non si può
parlare che d’amore in volgare. Il bello stile è appunto quello delle
canzoni, e Dante non allude a senso epico, al fraseggiare; ma allude
semplicemente alle vesti di figure e al verace intendimento che c’è
dentro.
Dante si distinse dai rimatori stolti per aver nascosto sotto un bel ve-
lo di favole un verace intendimento.
Nel De Vulgari Eloquio, libro secondo, cap. I, parla del volgare illu-
stre e dice: «Questo illustre volgare, esige uomini simili a sé (Exigit,
ergo istud sibi consimiles viros)
E come la magnificenza grande esige potenti, come la porpora esige
nobili, così il volgare illustre vuole uomini eccellenti per ingegno e
per scienza e gli altri dispregia»
Di lì a poco dice : «Ma gli ottimi concetti non possono essere se non
dove c’è scienza e ingegno; adunque l’ottima loquela, (ossia l’ottimo
stile), non si conviene se non a quelli, che hanno ingegno e scienza
... mentre i più versificano senza scienza e ingegno (sono quelli che
rimano stoltamente).
Nel capitolo IV è ben più esplicito. Egli dice che i rimatori differi-
scono dai poeti grandi, cioè dai regolari. (che in un altro termine, che
potrebbe far sorridere, si direbbero canonici da canone – regola e cano-
ne sono la stessa cosa) i quali poetarono con grande stile e arte regola-
re, in ciò che questi altri a caso rimano.
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