Page 96 - Lezioni di Letteratura Italiana
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LEZIONI DI LETTERATURA ITALIANA - ANNO ACCADEMICO 1906-1907
sia della Vita Nuova e del Convito e quelle sparse; e specialmente le
canzoni che sono in istile tragico, nello stile dell’Eneide come spie-
ga nel De Vulgari Eloquio.
Noi troviamo strano che una canzone rassomigli all’Eneide e che
Dante trovi giusta questa somiglianza; ma con l’avvertimento che
abbiamo fatto non più: fra le canzoni e l’Eneide c’è questo di comu-
ne: le figure e i colori rettorici; soprattutto nelle canzoni c’è quello
che c’era nell’Eneide (secondo l’opinione dei latini della decadenza
e dei medioevali) un senso allegorico, cioè, differente al tutto dal-
la lettera. Enea, per esempio, che va all’Inferno, è l’anima che va in
cerca della Sapienza.
Sono idee strane alle quali, tuttavia, Dante credeva.
La più celebre è quella della quarta egloga bucolica, in cui pare che
Virgilio profetasse la venuta di Gesù Cristo; è meno strana però per-
ché si può credere che Virgilio avesse avuto sentore di qualche ora-
colo sibillino o della tradizione messianica, perché questa profezia
della venuta di Gesù Cristo aveva passato i confini del mondo ebrai-
co. Infatti forse per ciò Giulio Cesare morì non di morte natura-
le, ma in conseguenza della predizione del Messia, perché, raccon-
ta Svetonio, si era propalato un vaticinio, il quale diceva che i Parti
non potevano essere vinti che da un re, e parve propalato da Cesare
per avere la regalità; ma questo affettare a regalità indusse i congiu-
rati a finirlo a tradimento nella Curia.
Questa profezia di un re senza il quale non si poteva pacificare l’O-
riente può essere una corruzione della predizione del Messia, che
non doveva [,] più nascere in una stalla povero ed umile, ma, secon-
do gli Ebrei, doveva essere un potente, il quale doveva regnare in
Oriente e dominare il mondo. Questo non è improbabile e sareb-
be, se non altro, ingegnoso. Comunque è curioso il ravvicinamento
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