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LEZIONI  DI  LETTERATURA ITALIANA - ANNO ACCADEMICO 1906-1907



                    sta origine gentilissima, cioè di farsi udire dalla donna: la
                    donna  non intende il  latino: bisogna quindi  scrivere  in volga-
                    re.
                    2° È concesso ai rimatori volgari quello che è concesso ai poeti (lati-
                    ni): di adoperare colori rettorici.
                    3° Ci deve essere un ragionamento o una ragione sotto il vo-
                    stro detto, altrimenti sarà un rimare stoltamente.
                    Così credo io: altri fonde le due ultime cose. Il verace intendi-
                    mento sarebbe secondo Dante non solo nell’esempio tolto da
                    Virgilio, di Giunone ed Eolo; ma la ragione riposta sa-
                    rebbe in tutta l’Eneide, come asseriscono alcuni latini (fra i
                    quali Fulgenzio, celebre per le sue strampalerie, che trovò le
                    ragioni riposte dell’Eneide.) Virgilio faceva bene, quin-
                    di,  ad  adoperare  colori  rettorici  perché  aveva  una  profonda
                    dottrina da esporre .
                    Al principio della Divina Commedia, Dante racconta, co-
                    me tutti sanno, che si trova in una selva, che al mattino
                    può uscirne (se non dalla selva, dall’oscurità) e s’avvia verso
                    un colle illuminato dal sole. Gli  viene incontro una belva,
                    ma  di  gaia  apparenza. Ha  l’intenzione  di  rivolgersi;  ma
                    «L’ora del tempo e la dolce stagione» gli fanno vincere la be-
                    stia. Ma subito dopo gliene vengono incontro altre due, che per
                    una spec[i]e di fantasmagoria si riducono ad una, che lo respin-
                    ge verso la bassura, verso l’oscurità. In questo momento dispe-
                    ra, ma si trova ad un tratto vicino un’ombra, che gli si rileva
                    figlio di genitori lombardi, anzi mantovani, per il poeta di Enea,
                    che gli dice:  «Perché non sali..?» Dante gli risponde:  «Or
                    se’ tu quel Virgilio, e quella fonte Che spande di parlar sì largo
                    fiume?» ...  «O degli altri poeti [poeti] onore e lume, Vaglia-
                    mi il lungo studio e il grande amore Che m’ha fatto cercar
                    lo tuo volume. Tu se’ lo mio maestro e il mio autore: Tu se’ so-
                    lo colui, da cui io tolsi Lo bello stile che m’ha fatto onore.»
                    Qual  [’] è questo stile? – Dante prima della Divina
                    Commedia non ha fatto altro stile che quello della Vita Nuova
                    e del Convito: non può essere quindi che quello della poe-

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