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LEZIONI  DI  LETTERATURA ITALIANA - ANNO ACCADEMICO 1906-1907



                    un vero uomo, così questa incarnazione della Sapienza, che
                    Dante canta in tanti modi, doveva essere una donna vera.
                    Questo è il mio concetto generale di Beatrice e della Vita Nuova.
                          Per l’interpretazione della canzone mi servirò di un au-
                    reo libretto che Tommaso Casini, degno di qualunque cattedra u-
                    niversitaria, ha fatto sulla Vita Nuova.
                          Questa canzone è la prima in cui Dante ha segna-
                    to la sua grande orma e si connette al  dolce stil nuovo poe-
                    sia che ha un profondo contenuto filosofico. Invece secondo un’in-
                    terpretazione troppo letterale e imprudente delle parole da cui
                    discende l’appellativo dolce
                                     … …«Io mi son un che, quando
                                     Amor mi spira, noto, ed a quel modo
                                     Che detta dentro, vo significando.» (2 . XXIV-52-54)
                                                                    a
                    parrebbe che la poesia del dolce stil nuovo fosse una esuberanza
                    del cuore e senza studio: ma se non si ha abito di scienza e as-
                    siduità di scienza non si diventa aquile. Non è amore pazze-
                    rellone, ma studio severo e profondo della Sapienza; e in que-
                    sto caso mi discosto dai trattatisti e dico che Dante nella Vi-
                    ta Nuova ha adombrato la verità diretta. Ne avrete un
                    saggio  in questa  canzone:  Donne  ch’avete  intelletto  d’amore,  – A
                    differenza di quella di G. G., per la metrica, e [è] composta di due pie-
                    di e due volte



                          Donne, ch’avete intelletto d’amore,  E io non vo’ parlar sì altamente
                        1° Piede  Io vo’ con voi della mia donna dire,  1 a  Volta  Che divenisse per temenza vile;
                                                         Ma tratterò del suo stato gentile
                          Non perch’io creda sua laude finire
                     Fronte  Ma ragionar per isfogar la mente.  Sirima  2 a  Volta  A ri[e]spetto di lei leggeramente
                                                         Donne e donzelle amorose, con vui,
                          Io dico che pensando il suo valore
                        2° Piede  Amor sì dolce mi si fa sentire,  Ché non è cosa da parlarne altrui [.]
                          Che, s’io allora non perdessi ardire,
                          Farei parlando innamorar la gente.
                                                   N.B. L’ultimo verso della fronte e il primo
                                                                          (chiave)
                                                   della sirima, che rimano insieme formano la

                    Indicando con le lettere maiuscole le rime si ha ABBC – ABBC – CDD - CEE.
                    La prima parte della canzone, che comprende la prima stanza, costitui-
                    sce il prologo. Leggerò il commento che fa Dante stesso. – La prima
                    parte
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