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LEZIONI  DI  LETTERATURA ITALIANA - ANNO ACCADEMICO 1906-1907



                          ... fu tal nella sua vita nuova
                          Virtualmente, ch’ogni abito destro
                          Fatto avrebbe in  lui  mirabil  prova (Purgatorio XXX –  115  - 117)
                    attesta dunque che era puer ingeniosus come nel Liber S..
                          Ancora si può citare questo brano del  Convito, addirittura
                    tradotto dal Liber S., in cui Dante dichiara di dirigere i suoi
                    versi non a una donna presente, ma alla Sapienza: (- a
                    Dio pregai perché con lui era la Sapienza che sa le opere sue, che fu
                    presente quando fece la terra, e conosceva ciò che era piacevole
                    agli  occhi  suoi  e ciò  che  era  secondo  i  suoi  precetti.  - )  Orbene  la
                    Sapienza è - perdonate questi due o tre accenni di teologia -
                    la seconda persona della Trinità, e precisamente Gesù Cristo.
                    Ora un santo padre dice, per spiegare il modo, il perché della
                    redenzione, che era necessario che la Sapienza prendesse car-
                    ne e si aggirasse fra noi. Dante, io affermo, ha preso questo con-
                    cetto, quasi che la Sapienza si trovasse in carne nella no-
                    stra vita d’ognuno. Se Beatrice è la Sapienza, come io affer-
                    mo, e lei è anche ciò per cui noi siamo cristiani: è la nostra
                    cristianità personificata. Ve la dó come un’ipotesi ingegno-
                    sa, ma ardita. Io dico che Dante aveva osservato, con partico-
                    lare interesse, il fatto che Beatrice era nata un anno dopo di lui.
                    Ora prima di Gesù Cristo la sapienza era insipiente, il suo lu-
                    me non era lume: infatti il paganesimo, pur avendo gli occhi vi-
                    vaci,  non vedeva.  La Sapienza  (la  nostra  cristianità  o cristità)
                    comincia dal battesimo. Ecco, ora, la mia ipotesi che siete pregati di
                    dimenticare:  Dante  fu  battezzato  il  sabato  santo,  l’anno  dopo  la
                    sua nascita, perché nacque negli ultimi di maggio, quindi fu
                    battezzato nel marzo o nell’aprile dell’anno dopo. Corre qua-
                    si un anno fra la sua nascita e la sua cristianità: per lui, però,
                    tanto  è  dire  quasi  un  anno  o  un  anno.  Dante  dunque  aveva
                    badato a questa coincidenza, e, secondo lui, la sua sapienza nasce
                    un anno dopo con la nascita di Beatrice, che rappresenta la sua
                    cristità, la sua redenzione. Tutto questo senza pregiudizio del-
                    la realtà di Beatrice perché come Gesù Cristo, seconda perso-
                    na della Trinità e rappresentante la Divina Sapienza, era



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