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LEZIONI DI LETTERATURA ITALIANA - ANNO ACCADEMICO 1906-1907
la di macchiato incorre in lei e nella bontà di lei. Ancora dice Salomo-
ne: – Praeterea habebo per hanc, immortalitatem: et memoriam aeter-
nam his, qui post me futuri sunt, relinquam. – E Dante, pure, dice che
– per la Sapienza avrà l’immortalità e lascierà eterna memoria presso
coloro che verranno dopo di lui. – Notate che seguendo Beatrice, Dan-
te, non cerca solo la beatitudine di vita eterna nel Paradiso, ma cerca
l’immortalità della fama in un senso più terreno. Ricordate che al Cac-
ciaguida dice:
Temo di perder viver tra coloro
a
Che questo tempo chiameranno antico. (3 XVII-119 - 120)
Insomma la D.C. è il grande sforzo di Dante verso l’immortalità.
Lor signori hanno certamente buttati gli occhi sulla Vita Nuo-
va e l’hanno anche studiata. Non occorre che io metta a confronto gli
innumerevoli passi di Dante in cui fa vedere che B. è venuta in terra a
miracol mostrare, come nella Sacra Scrittura: – Ella tutto dispone so-
avemente (et disposuit omnia suaviter). – E Salomone: – Hanc amavi
et exequisivi a iuventute mea, et quaesivi sponsam mihi eam assumere,
et amator sum formae illius. – (questa amai e cercai fino dalla mia gio-
ventù e procurai di farmela mia sposa e mi son fatto amatore della sua
bellezza (forma). È notevole che in una poesia della V. N. c’è forma in
questo senso.
Anche l’amatore biblico della Sapienza divina, dice che se riesce
a prenderla a compagna della vita lascierà memoria eterna di sé: Teme-
ranno i re e i potenti- (timebunt me audientes reges horrendi.) La pa-
rola brusca di Dante, in questo caso, è tutta una invettiva contro re e
popoli.
Dante era un fanciullo di buone inclinazioni e aveva sortito un
animo buono (Puer autem eram ingeniosus, et sortitus sum animam
bonam.) Questo se lo fa dire da B., in cima al Purgatorio, nell’Eden,
dove Beatrice, lo rimprovera de’suoi disviamenti, ma attesta che Dante
aveva l’anima disposta a mirabili cose:
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