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LEZIONI DI LETTERATURA ITALIANA - ANNO ACCADEMICO 1906-1907
una bella cosa, ma se ne può far a meno. La rima nel L. è misera. Un raf-
fronto si potrebbe fare con Alfredo de Musset, che ha amato Leopar-
di, grande poeta tutt’altro che parnasiano: egli pure ha la rima debole.
Anche i metri del L. non hanno mai nulla di artifizioso, non fanno me-
ravigliare per l’abilità. Le sue prime canzoni non sono regolari come
dovrebbero essere se volessero essere petrarchesche: le ha prese dall’Ar-
cadia come si trovavano con le rime come gli capitavano: non c’è nulla
di troppo scelto, di accattato. Non ostante riesce a questi effetti. È bene
raccomandarsi alla semplicità dopo questi grandi esempi.
«Tornava azzurro il sereno…»; torna celeste di scuro che era di-
ventato. «Or la squilla dà segno…» e seguenti; non ostante la semplici-
tà, direi di principiante, che L. usa nel metro, nei ritmi, nelle rime, questa
è pure una bella continuazione di settenari, di effetti ingenui, se voglia-
mo, ma molto belli. _ Lo zappatore, in latino, fossor, fossore, scavatore.
– Face – per lume, appartiene al vecchio armadio poetico italiano. An-
che Virgilio la mette in una descrizione della notte in campagna in una
casa dicontadini; ma allora le fiaccole o faci usavano; oggi non usano
più, nemmeno a Recanati:
Io dico che noi facciamo la poesia con la fanciullezza dentro il
cuore anche quando abbiamo i capelli bianchi, anche quando si è vec-
chi. Leopardi è il tipo del poeta; e le sue ingenuità formali trovano una
riprova nella mia teorica. «Pien di speme e di gioia» quell’e che segue
a speme viene ad avere un valore di conseguenza.
– Travaglio – espressione più crudele del lavoro. «Cotesta età fiorita»
non un’altra, perciò va fortemente accentata. –«Anco» sa di affettato
ed è invece perfettamente toscano; ho notato che è più tosto adoperato,
per l’ancora, di tempo. – Non è un sabato quello del Manzoni (quello
dell’appressarsi della sera), ma si vede che tutti e due cominciarono a
prestar orecchio alla natura; sono questi i veri rigeneratori della poesia;
questi due ingegni così differenti, ma che si trovano tanto di accordo. È
da notare, in merito a questo come sono percepite le voci e i suoni dal
Leopardi e dal Manzoni a proposito della sera.
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