Page 60 - Lezioni di Letteratura Italiana
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LEZIONI  DI  LETTERATURA ITALIANA - ANNO ACCADEMICO 1906-1907



                    la. Queste sono le colpe di cui si può far carico al giovane ora-
                    tore; ma sono oziose del resto.  Inzaffardandosi, lasciamolo
                    lì; i Toscani credo che non l’usino. Del resto l’impolverandosi, che se-
                    gue, non ha a che fare coll’ inzaffardandosi di prima, perché se ci era
                    polvere non ci poteva essere fango. I toscani, poi, ripeto, non pronun-
                    ziano vedevàte, ma vedévate per far sentire la radicale; ad ogni modo
                    si sente il suffisso di tempo in vedévate in vedevàte solo quello di per-
                    sona. Quest’ultima nota: – La notte mentre voi dormivate, è di sen-
                    timento, molto opportuna. C’è una frase poetica ed è quella: – Una
                    smania grande vi pigliava i piedi scalzi. A questo proposito, una norma
                    d’arte assoluta, è che si debbono tenere ben distinti i generi letterari,
                    specialmente la poesia e la prosa. «Il poeta, se ha da essere poeta,» di-
                    ceva Platone, «deve fare miti e non loghi (favole e non ragionamen-
                    ti)» e viceversa aggiungiamo noi. Però una qualche invasione dell’una
                    nell’altra è tollerabile perché è nella natura umana. Sia pure uno che ci
                    faccia un’orazione o scriva una prosa, se ha dentro quella divina natura
                    di poeta, se è uomo (ogni uomo è poeta al suo momento) ce la mette.
                          Vediamo il Manzoni nella descrizione della luna piena nel la-
                    go. P. e. nel brano: «Non tirava un alito di vento…la frase: – Tremola-
                    re e ondeggiare della luna – è espressione poetica, perché tremola e on-
                    deggia il lago, non la luna. Tutto il resto ha delle metafore ma non si
                    parla continuamente per metafore. In certo modo metafora è appros-
                    simazione e non come altri – parola per un’altra –, definizione mol-
                    to  buffa.  Ci  sono  è  vero,  metafore  necessarie,  ma  bisogna  guardarsi
                    dall’abusarne. Nella frase: – Una smania. ecc. abbiamo dunque, un’im-
                    magine poetica, che ha una certa analogia con quella citata – della lu-
                    na. – del Manzoni. Ognuno vede come è più naturale detta così, che
                    in altro modo, come ad es. se avesse detto: – La smania vi prendeva
                    – (prendeva voi, non i piedi). Quando la frase o immagine poetica è
                    propria e voluta, adoperatela pure senza paura di offendere le regole

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