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LEZIONI  DI  LETTERATURA ITALIANA - ANNO ACCADEMICO 1906-1907



                    (10°) Adamas, nome greco della siderite calamita – Amore sta in cor
                    gentile, come la calamita nelle miniere di ferro.

                    Fere lo sole il fango tutto ‘l giorno:  [?]  1.  [?]  3. Di queste  3
                    Vile riman nè ‘l sol perde calore.  ultime stanze il Pascoli
                    Dice om altier: Gentil per schiatta torno;   commentò, piuttosto af-
                                                                        a
                    Lui sembra ‘l fango, e ‘l sol gentil valore.   frettatamente, la 1  e l’ul-
                                                                 a
                    Ché non dé dare om fede             tima, la 2  nonostante la
                    Che gentilezza sia fuor di coraggio  ristrettezza del tempo –
                    In degnità di rede:                 Disse che sarebbe ritor-
                    Se da vertude non ha gentil core:   nato su  questa parte: per-
                    Com’aqua porta raggio,              ciò noi non inseriamo qui
                    E’l ciel ritien le stelle e lo splendore.  il breve commento del Pa-
                          Splende in la intelligenza dello cielo  scoli;  ma in  altra  dispen-
                          Dio creator, più ch’a nostri occhi il sole:  sa riporteremo questo e
                          Quella ‘ntende il suo fattor oltre ‘l velo,  l’altro che sarà per fare.
                          Lo ciel volgendo, a lui ubidir tole,     I compilatori.
                          E consegue al primero
                          Del giusto Dio beato compimento.
                          Così dar dovria il vero
                          La bella donna, che negli occhi splende
                          Del suo gentil talento,
                          Chi mai di lei ubbidir non si disprende.
                    Donna, Dio mi dirà: Che presumisti?
                    Sendo l’anima mia a lui davanti:
                    Lo ciel passasti, e fino a me venisti,
                    E desti in vano amore, me per sembianti:
                    Ch’a me convien la laude,
                    E a la Reina del regname degno,
                    Per cui cessa ogni fraude.
                    Dir li potrò: Tenea d’angel sembianza
                    Che fosse del tuo regno:
                    Non mi sia fallo, s’io le posi amanza.








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