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LEZIONI DI LETTERATURA ITALIANA - ANNO ACCADEMICO 1906-1907
LEZIONE SECONDA
«Al cor gentil ripara [rempaira] sempre amore»
Comincio con questo verso e con questa canzone per averne un buon
augurio. Può darsi che a’ miei uditori, di quando in quando, questa can-
zone non sembri quello che è: cioè così grande, così bella, così pura co-
me nel principio possono immaginare. Io devo però dire che a Dante
fermò di molto l’attenzione, che Dante se ne pascè a lungo; e se piace-
va a Dante una qualche ragione ci deve essere. Fatto sta che Dante nel
De Vulgari Eloquentia, una sua opera latina in due libri sopra la lingua
italiana, nel libro I capitolo 15° chiama il Guinizelli maximus Guidus,
ossia il nostro più grande Guido. Nella Vita Nuova, la sua opera giova-
nile, il suo gentile romanzo d’amore, mescolato di prosa e di versi, lo
chiama il Saggio. Ricordiamoci che chiama saggio, nella Divina Com-
media, anche Virgilio. Questo accu[o]munamento è altrimenti signi-
ficato e vale anche più del maximus. Nel Purgatorio (XXVI – 97) lo
chiama: – … il padre – Mio e degli altri miei migliori; che mai – Rime
d’amore usar dolci e leggiadre: – Nella Vita Nuova riassume questa can-
zone in un sonetto: -Amore e’l cor gentile sono una cosa, – il qual verso,
appunto, non è che il sunto della canzone. Ma non si ferma qui il segno
dell’ammirazione di Dante per G. G. in generale e in particolare per
questa canzone. A nessuno può fin d’ora, sfuggire che un verso di G.
G., diversamente foggiato, risuona in bocca di Francesca nell’Inferno
(V-100): – Amor, che al cor gentil ratto s’apprende. – Non solo; ma una
canzone, la 3 , che, nel Convito forma l’oggetto del commento del Trat-
a
tato IV, ripiglia l’argomento di G. G. sulla gentilezza e nobiltà. Avanti
a questi segni d’amore e di stima per G. G., noi dobbiamo prepararci
a degnamente capirne e gustarne la canzone. – Di un’opera d’arte bi-
sogna tener conto del tempo e delle circonstanze in cui fu fatta. Prima
di G. G. come si poetava in Italia? - Si poetava con una imitazione pe-
dissequa dei Provenzali: c’era la così detta Scuola Provenzaleggiante.
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