Page 28 - Lezioni di Letteratura Italiana
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LEZIONI DI LETTERATURA ITALIANA - ANNO ACCADEMICO 1906-1907
luogo alla quiete solenne della notte. Le donne venivano dal
campo portandosi in collo i bambini, e tenendo per mano i ra-
gazzi più grandini, ai quali facevano dire le divozioni della se-
ra; venivano gli uomini con le vanghe, e con le zappe sulle spal-
le. All’aprirsi degli usci, si vedevan luccicare qua e là i fuochi
accesi per le povere cene: si sentiva nelle strade barattare i sa-
luti, e qualche parola sulla scarsità della raccolta; e sulla mise-
ria dell’annata, e più delle parole, si sentivano i tocchi misura-
ti e sonori della campana, che annunziava il finire del giorno.
Quando Renzo vide che i due indiscreti s’erano ritirati, conti-
nuò la sua strada nelle tenebri crescenti, dando sottovoce ora un
ricordo, ora un altro, ora all’uno, ora all’altro fratello. Arriva-
rono alla casetta di Lucia che era già notte – L’impressione è per-
fetta – Renzo, Lucia, Agnese, Tonio e Gervaso si avviano: Agnese per in-
trattenere Perpetua con quel secreto che aveva per attirarla; gli altri per
sorprendere Don Abbondio, che aveva la testa perduta dietro Carnea-
de. – Zitti, zitti, nelle tenebre, a passo misurato, uscirono dal-
la casetta e preser la strada fuori del paese. La più corta sareb-
be stata d’attraversarla: ché s’andava diritto alla casa di Don
Abbondio; ma scelsero quella, per non essere visti. Per viottole,
tra gli orti e i campi, arrivaron vicino a quella casa, e lì si divi-
sero. I due promessi rimaser nascosti dietro l’angolo di essa; A-
gnese con loro, ma un po’ più innanzi, per accorrer in tempo a
fermar Perpetua, e a impadronirsene; Tonio, con lo scempiato di
Gervaso, che non sapeva far nulla da sé e senza il quale non si po-
teva far nulla, s’affacciaron bravamente alla porta e picchiaro-
no. – La descrizione accompagna il racconto, ma non gli si sovrappone.
– Tonio, che sta davanti a Don Abbondio e che ha già ottenuto che
il curato gli rilasci il saldo dell’affitto di quel tale terreno, men-
tre allunga la mano per prendere la carta si ritira da una parte, Ger-
vaso, a un dato cenno, dall’altra e nel mezzo, come al dividersi
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