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e Rachele, di Matelda e di Beatrice, l’una sarà l’operazione (tutto quello di cui con-
siste la vita attiva) l’altra la contemplazione (o vita contemplativa). L’operazione, in
Dante, si chiama arte, quindi la donna che vede nel Paradiso delle delizie è l’arte ed
è naturale che veda prima quella, perché non è uso, diceva Laban, dei nostri paesi
sposare la sorella giovane prima della vecchia.
8 LEZIONE
a
(Continuazione e fine)
Sulla sommità del Purgatorio (del Santo Monte), Dante vede prima la sal-
meggiatrice e coglitrice di fiori, quanto a dire la operatrice senza difficoltà e con
gioia (Matelda). Di lì a poco vede anche Beatrice, la donna amata in vita, poi di-
menticata, quando era cresciuta di bellezza, la donna che a lui rappresentava la spe-
ranza della contemplazione eterna o la sapienza. Ma fra lui e Beatrice vi è un fiu-
micello; per giungere a lei Dante è da Matelda tuffato e portato all’altra riva. Da
Beatrice ode poi i rimproveri pei suoi deviamenti, si pente; piange; e, puro, ormai,
di ogni macchia di peccato, beve a una fonte l’acqua rigeneratrice, una acqua che
lo rinnovella e lo afforza. Nel primo fiume, che è il Lete o Leté, (che vale oblio, di-
menticanza) ha dimenticato ogni trascorso, sicché è diventato puro; in questo se-
condo fiume, che è l’Eunoé (ossia buona ricordanza del bene, buona volontà) ha
contratto un nuovo ardore e una disposizione nuova; sì che egli è così «puro e di-
sposto a salire alle stelle» A salire alle stelle da quella divina foresta dell’innocenza,
alla quale egli è arrivato venendo dalla selva oscura dell’ignoranza e della infermi-
tà. Il suo viaggio è stato doloroso e faticoso giù per l’Inferno e su pel Santo Mon-
te. Ha rifatto, nell’oltremondo, il cammino che gli era stato impedito nel mon-
do. Ha veduto, di là, una specie di selva vegetante, selva di spiriti, ha veduto, poi,
i rei di incontinenza, ossia i peccatori simboleggiati nella lonza; ha veduto i rei di
violenza, ossia i peccatori simboleggiati dal leone; ha veduto i rei di frode e tradi-
mento, ossia i peccatori simboleggiati dalla famelica e cauta lupa. Ciò, seguendo
Virgilio, il quale descrivendogli, nell’11° canto, l’Inferno e denunciandogli diver-
si peccati che ivi sono puniti, ne enumera 7; e noi riscontriamo che, comincian-
do dalla lussuria, insino alla accidia di quelli che sono nel pantano di Stige, Dante
ha seguito la consueta enumerazione dei peccati, ma poi, invece dell’ira, egli pone
la violenza; invece dell’invidia, la frode; invece della superbia, il tradimento. Ma
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