Page 246 - Lezioni di Letteratura Italiana
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spacconi, che voi avrete visto al teatro dei burattini: sono dei Capitan Fracassa, che
               all’occorrenza, sono dei vigliacchi. Quella laggiù in fondo, è gente, che non si curò
               di nascondere la sua vigliaccheria, abbassò sempre la testa. Sono i timidi e i pusilla-
               nimi; gli uni e gli altri contrari alla virtù, che sta nel mezzo, e fra loro passa Dante,
               il forte, e Virgilio, il magnanimo. Il forte, che respinge colui che voleva fermarlo ed
               aveva afferrata la barca; e Virgilio lo abbraccia: – Bravo! Non bisogna transigere coi
               birbanti e respingerli sempre; altrimenti, questi finti magnanimi, audaci, forti, pos-
               sono lusingarsi di essere tali. –
                     Dante ha veduto nell’oltremondo la prima fiera, che gli è venuta incontro nel
               mondo: la lonza, che è animale che ammalia, poi addormenta e fa sua preda dell’uo-
               mo che ha così allettato. Ebbene, Dante nella lonza rappresenta l’incontinenza. A
               prima vista, è una sirena allettatrice, generalmente essa parla e canta a noi da due be-
               gli occhi di donna. Certo, noi corriamo dietro a questa dolce voce e molto volentie-
               ri; poi se non è, s’intende l’amore sano, succede che i bei giovani, prestanti, che voi
               vedeste correre a lei, li trovate ridotti in poco tempo uomini, che non si reggono più
               in piedi, da snelli e leggeri come la lonza, vanno a finire nel brago a gorgogliare come
               i ranocchi. Così è che la lonza abbraccia tutti questi peccatori, dai primi, trascinati
               dal vento, a quelli immersi nel brago.
                     Fin qui è stato un inferno piuttosto mite; ora comincerà veramente il male.
               Ho detto mite, perché gli uomini, fin qui, se la sono presa con se stessi; hanno fatto
               male a se stessi colla inerzia, colla gola, colla lussuria, colla avarizia, ecc. Non hanno
               saputo contenere la loro anima sensitiva, i loro sensi. I mali peggiori, che verranno
               ora, sono rappresentati dal leone e, specialmente dalla lupa.



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                                           a
                                           :
                                           (Continua)

                     La porta dell’ Inferno era aperta. Il Redentore ne aveva infranto per
               sempre i serrami. Il che significava che dopo la redenzione ogni uomo po-
               teva salvarsi, come ogni uomo può uscire da una porta che è aperta. Ma do-
               po avere attraversato, il Poeta nuovo e l’antico, i cerchi dell’ incontinen-
               za, essi si trovano avanti una porta chiusa. Comincia da quella porta il vero
               Inferno; l’Inferno che punisce il male che si fa agli altri e che si vuole fare a
               Dio. Chi aprirà questa porta avanti la quale sono apparsi i diavoli, ossia gli
               angeli caduti dopo il loro atto di disobbedienza? Perché, finora, Dante dia-
               voli non ne ha veduti se non nel vestibolo, assieme a quei vegetanti, che non


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