Page 212 - Lezioni di Letteratura Italiana
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i Troiani vanno in rotta; poi si rianimano e, per opera di un Dio e di Ettore, Patro-
clo è ucciso, gli Achei sconfitti e le navi abbruciate. Achille, allora, vuole intervenire,
ma non ha le armi. Consigliato da Iride, si presenta sulla fossa che protegge le navi e
le baracche degli Achei e tre volte urla e questi tre urli hanno la potenza di spaventa-
re i Troiani e di far volgere il timone ai cavalli, che fuggono all’impazzata trascinan-
do i loro aurighi. Achille, placato dagli Achei, che gli restituiscono Briseide intatta
e molti doni, volge l’ira sua, che era contro Agamennone, verso Ettore e i Troiani.
Gli ultimi canti dell’Iliade rappresentano questo eroe che fa strage di Troiani e com-
batte persino un fiume procelloso. Infine, uccide Ettore, gli fora i tendini dei piedi
e passa per essi le briglie, lo lega al cocchio, lo trascina per tutto e lo lascia nudo in
pasto ai cani e agli uccelli. Ma gli Dei proteggevano il difensore della patria, e fanno
sì che il suo corpo si mantenga fresco e rugiadoso, talechè il padre di Ettore, arrivato
alla tenda di Achille, gli domanda per pietà la restituzione del cadavere del figlio e gli
ricorda il vecchio suo padre. Achille, avvertito dagli Dei, si commuove e cede, non
senza aver avuto ricchi doni. Coi funerali di Ettore finisce l’Iliade.
La morte dell’ eroe è contenuta nel XXII° dell’Iliade:
(Dall’Iliade di Omero, traduzione di G. Pascoli. A destra dei versi, tra parentesi, si trova ogni
volta che sia necessario, il numero del titolo o rapsodia, e quello del verso dell’originale gre-
co. Tanti i versi nel testo; tanti nella traduzione.- Da: Sul limitare; prose e poesie scelte da
G. Pascoli.- Pagg. 17-21)
26. – Finalmente!.... (XXII 131)
Questo pensava, a piè fermo: ecco presso gli venne il Pelide, dietro, il Pelide balzò confidando ne’ rapidi piedi.
simile al Dio della guerra, che in guerra tentenna il cimiero; Come, di tutti i volanti il più rapido, il falco, nei monti
e bilanciava l’ornello del Pelio sull’omero destro, agevolmente lanciò sé dietro ad ombrosa colomba;
molto tremendo, ed il bronzo¹ sprizzavagli lampi d’attorno essa di sghembo gli sfugge: da preso egli acuto squittendo
simili a luce o di foco che brilli o di sole che sorga. a brevi lanci l’insegue, ché il cuore gli dice d’averla:
Ettore vidilo e presegli il brivido, né più sostenne dritto così l’un volava con empito, e l’altro fuggendo
di restar lì, ma spaurito fuggì, lasciando le porte; sotto le mura di Troia a tempesta muoveva i ginocchi.
27 – La corsa
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Dalla vedetta, essi al caprifico battuto dal vento, quinci trascorsero, l’uno fuggendo , l’altro inseguendo-
sempre sott’essa le mura, correan per la strada carriera. prode chi avanti fuggiva, più prode chi dietro seguiva-
Erano giunti alle polle dal fresco zampillo, là dove velocemente, perchè non un lombo o una pelle di bove
sgorgano le due sorgive del vertiginoso Scamandro ² : essi correvano - premi che s’usavano al correre a piedi -
( )
l’una ne mena acqua tiepida, e intorno per l’aria vapora ma per la vita correvano d’Ettore il buon domatore .
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fumo da questa, a quel modo che s’entro v’ardesse del fuoco: Come d’intorno alla meta cavalli da corsa solunghi
l’altra nel cuor dell’estate pur simile a grandine sgorga, corrono al grande galoppo – un bel premio è deposto
simile a gelida neve, al cristallo che viene dall’acqua ³ . nel mezzo
( )
(4)
Quivi, alle stesse sorgive, son larghi lavacri vicini, tripode o donna – la corsa è in onore di un morto
belli, di sasso, a cui sempre le mogli troiane e le figlie guerriero,
belle venivano i panni, splendore degli occhi a lavare; tali fuggivano i due torno torno alle mura tre volte.
ma nella pace ; davanti; davanti il venir degli Achei: (161)
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