Page 158 - Lezioni di Letteratura Italiana
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LEZIONI DI LETTERATURA ITALIANA - ANNO ACCADEMICO 1906-1907
racconta che Venere e Giunone si accordano e fanno che a in-
namorare questa Didone vada l’amore in persona colle sembian-
ze del figlio di Enea, sicché abbracciandolo, ella non sa qual
terribile dio abbraccia; e ne resta accesa. Si tratta anche in
Virgilio di una sostituzione. Amore passa per Ascanio, Pao-
lo per Gianciotto. E in tutti e due i casi è un inganno, un
inganno d’amore. Non lo afferma Francesca con quella osti-
nata ripetizione della parola Amore?
– Poscia ch’io ebbi il mio Dottore udito ... (70-81)
Tra poco Francesca dirà: …il tuo Dottore e i commenta-
tori andranno a pensare a tutt’altro che quello che ha nomi-
nato poco prima.
– Pietà mi punse… – Di questa pietà di Dante ci sono tante ra-
gioni: fra l’altre: Dante si sente tanto in colpa e chi patisce
compatisce. Ma sta anche il fatto che lo stesso sentimento è
in Enea: demisit lacrimas ... miseratur euntem ...
Poi comincia: «Poeta ...» Quasi sempre quando Dante dice
poeta, si riferisce al poema.
… paion sì al vento esser leggieri». Si sono lasciati trascinare da u-
na passione irresistibile. – ... ed ei verranno». È stato così irre-
sistibile l’amore che li ha uccisi (Dante lo ha sempre in men-
te) che sarà irresistibile anche oltre la tomba, in modo da
fermare quel vento che non si ferma mai.
– Quali colombe dal disio chiamate, … – (82-87)
Non sono proprio le colombe nella selva di mirti di Virgilio,
sì nella selva dove Enea va a cercare il ramo d’oro ed esse
glielo indicano. Sono quelle colombe che Dante quasi esem-
pla. – ... dal disio chiamate, – ... dal voler portate; –
Dante fa qui un parallelismo un po’ inetto: è vero che c’è la
gradazione, prima desiderio e poi volere, e sarebbe giusto filoso-
ficamente parlando, se si trattasse d’uomini, che hanno ol-
tre il desiderio anche il volere, e il cui volere non si manifesta se
non dopo il desio. Ma qui si tratta di bestie, per quanto
carine, e di peccatori, per quanto interessanti e commoventi,
dominati tuttavia solo dal talento ossia appetito: desio.
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