Page 126 - Lezioni di Letteratura Italiana
P. 126

LEZIONI  DI  LETTERATURA ITALIANA - ANNO ACCADEMICO 1906-1907



                    tre anime, così l’angelo: – …. sen gìo, come venne, veloce. – Tra queste
                    anime che scendono ve n’è una che Dante conosce (versi dal 76° al 93°)
                    Notiamo che le prime parole che Dante sente da un’anima del mon-
                    do del Purgatorio, sono d’amore: « ... «Così com’io t’amai Nel mor-
                    tal corpo, così t’amo sciolta;» Il monte di cui siamo alla base, è, in ve-
                    ro, il monte che il malo amor dell’anime disusa (II-10-2) è quello che
                    perfeziona l’istinto d’amore che governa l’uomo. Dunque è giusto che
                    le prime parole siano d’amore, come d’amore sarà il canto che Casella
                    intonerà. Quanto alla parola con cui Casella esprime il suo stato di –
                    morto – (Casella dice sciolta al femminile perché è pura anima) essa ri-
                    corda il famoso detto di S. Paolo: Cupio dissolvi et esse cum Christo (Io
                    desidero di essere disciolta e di trovarmi con Cristo[)]. La quale espres-
                    sione è poi fatta propria da tutto il Cristianesimo. Il cristiano deve con-
                    tinuamente desiderare di essere sciolto dai legami corporei e fatto pura
                    anima: dice il cristiano, ma è anche l’ideale platonico (Fedone.) L’uomo
                    non deve evadere dalla sua prigione e infrangere le sue catene, non deve
                    uccidersi, ma nel suo interno deve desiderare di essere libero, che la sen-
                    tenza venga da un altro, che gli sia fatta la grazia. Casella riconosce che
                    si è tolto dall’impaccio corporeo e ora che si trova nel mondo di là ripe-
                    te l’espressione di S. Paolo a cui consuonano le parole della liberazione,
                    contenute nel salmo: «In exitu Israel…» «…: ma tu perché vai?» chiede
                    Casella, e in che modo se sei ancora in anima e corpo? «Casella mio, per
                    tornare altra volta Là dove son, fo io questo viaggio,» Diss’io…» Io fac-
                    cio questo viaggio di contemplazione e di purificazione per poter tor-
                    nare qui un’altra volta, per essere salvo quando sarò morto. Io vengo per
                    ritornare «…. «ma a te com’è tant’ora tolta?» Il più bello degli episodi
                    della D. C. è sciupato da una interpretazione, per me, affatto storta. – Tu
                    perché sei quaggiù? – è la domanda che fa Dante a Casella e non può si-
                    gnificare se non: – Perché sei morto così avanti sera e ti è stato tolto tan-
                    to tempo della tua vita? – Invece interpretando: perché essendo morto
                    da tanto tempo solo ora sei qui? Perché non sei nel Purgatorio? – noi
                    guadagnamo, con questa interpretazione: che Casella è morto giovane.
                    Dante non lo sapeva che era morto e vedendolo ha uno di quegli oblii che
                    si hanno tanto facilmente: lo vede lieto, che canta e sta per andare in Pa-
                    radiso, eppure gli chiede come mai gli fu tolto tanto tempo della sua vita e
                    non s’accorge che lo compiange di una cosa di cui dovrebbe invece ralle-

                                                62.











                                                                                143
   121   122   123   124   125   126   127   128   129   130   131