Page 5 - Oriana Fallaci - La vita è una guerra ripetuta ogni giorno
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Loro contro noi, noi contro loro











          L’ultima  guerra  di  Oriana  Fallaci  ebbe  inizio  l’11  settembre  2001.  Stava
          lavorando nella sua casa di  New  York quando l’attentato alle  Torri  Gemelle la
          riscosse  e  la  portò  a  scrivere,  quasi  di  getto,  il  famoso  articolo  La  Rabbia  e
          l’Orgoglio.  Cominciò  così  la  sua  ultima  e  forse  più  pericolosa  missione:
          risvegliare l’Occidente dal suo atteggiamento passivo nei confronti della Guerra
          Santa dichiarata dai fondamentalisti islamici.

              «Ero a casa mia» scrisse poi nella prefazione al libro che da quell’articolo
          scaturì  «e  verso  le  9  ho  avuto  la  sensazione  d’un  pericolo  che  forse  non  mi
          avrebbe  toccato  ma  che  certo  mi  riguardava.  La  sensazione  che  si  prova  alla
          guerra,  anzi  in  combattimento,  quando  con  ogni  poro  della  tua  pelle  senti  la

          pallottola o il razzo che arriva, e tendi le orecchie e gridi a chi ti sta accanto:
          “Down! Get Down! Giù! Buttati giù!”».
               Lei, che aveva seguito e testimoniato tutti i principali conflitti del Novecento,
          tentò di respingere il presentimento: «Non ero mica in Vietnam, non ero mica in
          una delle tante e fottutissime guerre che sin dalla Seconda guerra mondiale hanno
          seviziato la mia vita!» si disse. «Ero a  New  York, perbacco, in un meraviglioso

          mattino di settembre.»
               Ma la sensazione trovò conferma nei fatti e da quel giorno la nuova guerra
          divenne sua, e la combatté ininterrottamente fino agli ultimi istanti, quando già
          stava per soccombere alla malattia.

               Nel  2006,  pochi  mesi  prima  della  scomparsa,  in  occasione  della  crisi  delle
          vignette  su  Maometto,  ecco  l’ultima  sfida:  «Io  vi  combatterò  sempre,  anche  da
          morta!».


          La  trascrizione  di  questo  testo  inedito  è  stata  fedele  eccetto  che  per  le
          uniformazioni secondo i criteri editoriali.
               Sono  stati  corretti  solo  i  refusi  comuni,  mentre  sono  state  conservate  le

          espressioni «fallaciane» riconoscibili anche nelle sue opere letterarie.
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