Page 120 - Oriana Fallaci - La vita è una guerra ripetuta ogni giorno
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mi sono accorta di averlo non ho provato paura. Ebbi paura solo prima
dell’operazione quando temevo che mi mutilassero con l’operazione e fu il
medesimo tipo di paura che avevo alla guerra quando seguivo un combattimento di
perdere un braccio, perdere una gamba, di restare cieca, più che di morire, avevo
paura di restare mutilata, ma poi questa mutilazione non è avvenuta, il che mi ha
aiutato molto psicologicamente.
Al posto della paura c’è a momenti una profonda tristezza, voglio dire, ci sono
momenti di grande combattività e momenti di grande tristezza, quasi di
rassegnazione, uno di questi è avvenuto quando è morta Audrey Hepburn, forse
perché la conoscevo bene, forse perché aveva la mia età, forse perché l’avevano
operata più o meno quando avevano operato me. L’ho presa male, e questa tristezza è
durata parecchi giorni, ma poi l’ho superata, è tornata la combattività e in un modo
molto sano, le dico quale, ho cominciato a pensare al mio prossimo libro, a quello
che ancora non ho incominciato, perché ancora mi sento troppo male, ma lo
comincerò, lo scriverò, lo pubblicherò, in barba all’Alieno.
[…] Io sono cambiata, eccome se sono cambiata, perché sono cambiate tante
cose intorno a me, dentro di me. È cambiata per esempio la quantità di energia che è
estremamente diminuita perlomeno fino a questo momento, è cambiata la mia
sopportazione al male fisico che almeno fino a questo momento al contrario è
raddoppiata, sopporto il dolore fisico perché ho ancora forti dolori, molto bene,
assai meglio di prima.
E ancor più è cambiato il mio rapporto con il tempo perché vede, bando alle
illusioni, malattia inguaribile, guaribile, mortale o non mortale, quando si ha il
cancro o lo si ha avuto e si aspetta che ritorni perché il figlio di cane torna sempre,
prima o poi torna, cambia il rapporto col tempo… futuro più breve, domani più
corto. Cambiano anche molte altre cose, per esempio la preoccupazione di usare
bene questo tempo che ci rimane, la preoccupazione di sprecarlo. Io non so se
ricorda una splendida pagina dell’Idiota, quella dove racconta in terza persona del
giorno in cui fu per essere fucilato a Pietroburgo insieme a un gruppo di rivoltosi,
quella in cui dice se sopravvivo, se sopravvivrò, non sprecherò più un attimo della
mia vita. E l’interlocutore chiede: «E sopravvisse?». «Oh sì, sopravvisse, ma sprecò
molti minuti della sua vita, e molte ore e molti giorni e molti anni», quindi il tempo si
spreca lo stesso.»
[…] Io non ho consigli da dare a nessuno, anche perché ogni cancro è diverso,
ogni persona che ce l’ha è diversa e ognuno reagisce in modo diverso. Io posso
soltanto dire a queste persone quello che provo sperando che gli serva: ancor più del
rapporto col tempo è cambiato il mio rapporto con la vita. Ho sempre amato
disperatamente la vita. Ma ora sono ancora più contenta di essere nata, ancora più
convinta che la vita sia bella anche se cattiva. E quando mi succede qualcosa di
bello mi viene una specie di gratitudine pazza, be’ se mi succede qualcosa di cattivo
soffro molto di più. Se mi viene fatta un’ingiustizia soffro assai di più. Ma se mi
capita qualcosa di bello, il bello è molto più bello, è molto più buono. 25