Page 459 - Oriana Fallaci - Le radici dell'odio. La mia verità sull'Islam
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propri  gli ad accettare e rispettare) le regole, le leggi, la cultura, il modo
          di vivere del posto nel quale si sceglie di vivere. E quando si impone la

          propria presenza a un paese che non ci ha chiamato e tuttavia ci tiene, ci
          mantiene, ci tollera, il minimo che si possa fare è integrarsi. Soprattutto
          se  si  è  chiesto  e  ottenuto  di  diventare  cittadini.  Status  che  esige  lealtà,
          fedeltà,  a dabilità,  e  possibilmente  amore  per  la  Patria  cioè  la  Nuova
          Patria  che  si  è  scelta.  Ebbene,  nell’Europa-Eurabia  gli  altri  immigrati  si

          integrano.  Più  o  meno  si  integrano.  Quelli  che  vengono  dai  paesi  di
          cultura cristiana, ad esempio. Dalla Russia, dall’Ucraina, dalla Bulgaria,
          dall’Ungheria, dalla Slovenia, e tutto sommato anche dalla Romania che

          davvero non ci esporta il meglio del meglio. Per no i discutibili cinesi che
          provocatoriamente  si  chiudono  dentro  le  loro  ma ose  enclave,  in  certo
          senso   niscono  con  l’integrarsi.  I  mussulmani,  no.  Forse  qui,  negli  Stati
          Uniti, lo fanno. Beati voi. In Europa, no. Nella maggior parte dei casi non
          si curano neanche di imparare la nostra lingua, le nostre lingue. Incollati

          alle  loro  moschee,  ai  loro  Centri  Islamici,  alla  loro  ostilità  anzi  al  loro
          disprezzo  e  alla  loro  ripugnanza  per  tutto  ciò  che  è  occidentale,
          obbediscono soltanto alle regole e alle leggi della Sharia. E in compenso ci

          impongono le loro abitudini. Le loro pretese, il loro modo di vivere. (Cibo
          e poligamia inclusi.) Cari miei, per capire che gli immigrati mussulmani
          non  hanno  alcuna  intenzione  di  integrarsi  con  noi,  che  al  contrario
          vogliono indurre noi a integrarsi con loro, basta considerare l’Intifada che
          questo  autunno  è  scoppiata  nella  provincia  di  Parigi  e  poi  in  tutta  la

          Francia.  Ma  credete  davvero  a  ciò  che  sostengono  i  media  quando
          sostengono  che  quelle  scommesse  e  quegli  incendi  sono  dovuti
          esclusivamente  alla  disoccupazione  e  alla  povertà?  Credete  davvero  che

          non abbiano niente a che fare con la guerra dichiarataci dall’Islam?
             Occhi  negli  occhi  non  bastano  le  prese  di  bavero.  Quelle  sommosse
          erano  e  sono  un’altra  arma,  un  altro  volto  di  questa  guerra.
          Appartenevano,  appartengono,  alla  strategia  dell’invasione.  Una
          strategia  molto  intelligente,  ammettiamolo.  Perché,  grazie  ad  essa,

          l’odierno  espansionismo  islamico  non  ha  bisogno  delle  armate  e  delle
           otte usate dal defunto Impero Ottomano. Per realizzarsi gli bastano le
          orde  di  immigrati  che  ogni  giorno  arrivano  in  Sicilia  con  le  navi  o  i

          gommoni o le barche, e ai quali i traditori nostrani spalancano le porte
          per farli entrare col cavallo di Troia e dare fuoco alla città. Una strategia
          intelligente  anche  perché  non  spaventa  come  spaventavano  le  loro
          armate, le loro  otte, le loro scimitarre, le barbarie di quando in Italia si
          scappava  gridando  Mamma-li-Turchi.  E  perché  richiede  tempo.  Richiede

          pazienza. Richiede nuove generazioni installate nei paesi da conquistare.
          I  kamikaze  inglesi  del  7  luglio  non  erano  forse  immigrati  di  seconda  o
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