Page 32 - Oriana Fallaci - Intervista con se stessa. L'Apocalisse.
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distruggerà. S'intende la vile scelta di rispondere a quell'Hitler
                con la complicità o la sottomissione. S'intende la paura

                d'opporsi, difendersi, battersi. (Finché un Churchill ci sveglia
                per beccarsi l'accusa di guerrafondaio... Lo sa, no, che quando

                Churchill attaccò la Germania di Hitler col discorso «Step by
                Step» i laburisti gli dettero di guerrafondaio?). Ignorando tali

                verità i più non comprendono dove stia la similitudine tra ieri ed

                oggi. Tra il nazifascismo di ieri e il cosiddetto integralismo
                islamico cioè il nazi-islamismo di oggi.



                Mah! A volte mi chiedo se non sia il caso di invidiarli. Perché è
                quella similitudine che mi toglie il sonno. È quella similitudine

                che alimenta il mio dolore dell'anima. Il dolore che mi
                impedisce di capire se le sofferenze mi vengono dal corpo o

                dall'anima, dal mio Alieno o dal cancro di questa Eurabia di
                nuovo venduta dai Chamberlain e dai Daladier. Dagli

                arcobalenisti che col pacifismo sostengono il nemico, dai
                mascalzoni che col buonismo lo aiutano a imporci il Corano. E

                infuriata grido:



                «Quanto olio di ricino dovremo farci ficcare in gola prima di
                realizzare che l'Eurabia ossia l'Unione Europea è l'Europa del

                1938?!». Oh, sebbene fossi una bambina di appena nove anni, lo
                ricordo bene il 1938. Ricordo bene la sera di fine settembre in

                cui il babbo tornò a casa ansimando: «Quel mentecatto di
                Chamberlain e quel traditore di Daladier hanno venduto il

                Territorio dei Sudeti a Hitler!». E quando gli chiesi chi fossero i
                Sudeti rispose: «Un popolo che ora finisce come presto finiremo

                noi». Ricordo anche la sera di novembre in cui prese a parlare
                con la mamma d'una certa Notte dei Cristalli. Cosa che mi

                lasciò smarrita in quanto per me i cristalli erano i bicchieri

                buoni e non capivo perché, oltre a prendersi il Territorio dei
                Sudeti, i nazisti si fossero messi a rompere i bicchieri buoni. Ma

                poi il babbo mi spiegò che non s'erano messi a rompere i



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