Page 159 - Pablo Picasso
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allusione  al  mondo  reale  fece  il  suo  ingresso  nei  dipinti  di  Picasso:
           segnali stradali, titoli di giornale, parole su copertine di libri, bottiglie

           di  vino,  e  ancora  etichette  di  tabacco,  note  musicali...  tutti
           tematicamente legati al soggetto della tela.
              Benché scritte e parole fossero già comparse in diversi dipinti (per

           esempio, in quelli di Cézanne e Van Gogh, per limitarsi agli immediati
           predecessori di Picasso), in oggetti come giornali, libri, segnali e così

           via l’uso di elementi verbali da parte di Braque e Picasso era di tipo
           diverso e perseguiva obiettivi differenti. Innanzi tutto, per entrambi i
           maestri del cubismo analitico, le lettere sono forme bidimensionali che

           contribuiscono alla creazione delle relazioni spaziali nell’opera. Sono
           anche  elementi  dell’ambiente  circostante  che  partecipano  alla

           presentazione del tema, supportandone il soggetto, in cui entrano senza
           esserne trasformati.

              Oltre a ciò, le parole e intere frasi, parti di parole e sillabe sono, per
           artisti  che  vivono  a  stretto  contatto  con  i  poeti  (e  in  particolare  per

           Picasso),  anche  immagini  verbali  che  configurano  relazioni
           significative con la realtà pittorica del dipinto, donando all’immagine
           una molteplicità di sensi.[102] Acquisita sulla tela la pari dignità con le

           forme plastiche, il materiale verbale stampato accentua, al contempo, i
           significati associativi dei motivi-oggetto, stimola la loro natura letterale

           e, in definitiva, la loro riconoscibilità. Eppure, questa combinazione di
           due  differenti  livelli  pittorici  porta  anche  alla  trasformazione  del

           quadro in una sciarada dai molti significati, in un gioco di parole, in
           una  metafora  totale,  con  un  effetto  che  Picasso  apprezzava

           enormemente.
              Nel dipinto Bottiglia di Pernod (Tavolo di un caffè), eseguito nella
           primavera  del  1912,  le  lettere  che  attraversano  lo  sfondo  alle  spalle

           della  natura  morta  fanno  parte  di  pubblicità  dipinte  sull’invisibile
           vetrina  del  locale  che  attribuisce  all’opera  l’aspetto  inequivocabile

           della scena di vita in una città moderna, mentre il motivo – la bottiglia
           di  Pernod  e  il  bicchiere,  con  il  cucchiaino  e  la  zolletta  di  zucchero
           posati  sul  tavolino  –  rivela  il  nuovo  gusto  di  Picasso  per

           un’ambientazione materiale e concreta.
              L’artista era evidentemente affascinato dal contrasto tra le rifrazioni

           prismatiche della luce sugli oggetti di vetro e la solida, ondulata testura
           del  legno  dai  toni  caldi.  Allo  stesso  tempo,  la  sua  imitazione  delle

           pubblicità  sulla  vetrina  introduce  un  elemento  non  soltanto  di  realtà,
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