Page 138 - Pablo Picasso
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non  accadesse  agli  studiosi  che  in  quello  stesso  periodo  se  ne
           occupavano. «Il fine che mi proponevo con il cubismo?

              Dipingere,  e  basta.  E  dipingere  cercando  una  nuova  espressione,
           spogliata  dell’inutile  realismo,  con  un  metodo  legato  soltanto  al  mio
           pensiero...  senza  trasformarmi  in  schiavo  della  realtà  oggettiva.»[87]

           L’artista parlava della ricerca di una nuova espressione perché questa
           era  la  sua  aspirazione  professionale:  trovare  mezzi  di  espressione

           adeguati, un linguaggio adeguato agli impulsi presenti nel suo pensiero.
           D’altra parte, ebbe anche a dichiarare: «Nei primi tempi del cubismo
           facevamo  esperimenti  [...]  Più  che  realizzare  dipinti,  ci  interessava

           scoprire di continuo cose nuove».[88]
              Oggi,  invece,  l’aspetto  formale  del  cubismo  è  stato  studiato  con

           sufficiente profondità e attenzione, e noi possiamo guardare all’opera
           picassiana  del  tempo  non  solo  dal  punto  di  vista  dello  sviluppo

           personale dell’artista, bensì anche con occhio più preparato e sensibile
           al  valore  contenutistico.  La  quasi  totalità  delle  opere  eseguite  tra

           l’inverno  1908  e  la  primavera  1909  ha,  infatti,  un  suo  preciso
           contenuto, che si lega allo sviluppo di qualche tema o, come nel caso
           delle  nature  morte,  colloca  l’oggetto-motivo  in  un’atmosfera  che

           sembra vibrare per effetto di una violenta corrente.
              La natura morta Pane e fruttiera su un tavolo, per esempio, risalente

           al periodo citato, è una variazione sul tema del cosiddetto “Carnevale al
           bistrot”,  sviluppato  in  un  certo  numero  di  schizzi.  In  un’altra  natura

           morta l’artista, quasi volesse celebrare Cézanne, raffigura una pera, un
           limone e il cappello di Cézanne tra le rigogliose pieghe di un tessuto

           drappeggiato dal lussureggiante, ma non eccessivo, motivo a fogliame,
           secondo  lo  stile  del  maestro  di  Aix  (si  veda  Natura  morta  con
           cappello). Le nature morte di questo periodo si rivolgono, nello stesso

           tempo,  al  senso  di  realtà,  al  senso  artistico  e  all’immaginazione
           dell’osservatore.  Pur  consistendo  di  oggetti  reali  addirittura  ordinari

           (frutta,  di  solito,  e  stoviglie),  esse  appaiono  organizzate  secondo
           un’architettura,  conservando  d’altra  parte  una  certa  espressione
           energica – una qualità epica, drammatica, intima – che in genere è più

           tipica dei paesaggi.
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