Page 100 - Pablo Picasso
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In  effetti  il  teschio,  tradizionale  simbolo  della  vanità  della  vita,  è
           associato qui a tavolozza e pennelli, a un dipinto, a una serie di libri e

           persino a una pipa, quali allegorie del piacere intellettuale e sensuale
           tipiche di questo genere. Al contempo, però, la pipa, il libro di poesie,
           la tavolozza, i pennelli, il dipinto e il teschio potrebbero anche essere

           oggetti comunemente presenti nello studio di un artista, e questo loro
           ritrovarsi  alla  rinfusa  potrebbe  essere  un  fatto  normale  in  uno  studio

           come  il  Bateau-Lavoir,  dove  lavorava  Picasso  (per  non  parlare  degli
           altri studi che avrebbe avuto in seguito).
              Né spirito di saggezza né predicazione etico-filosofica («ricordati che

           devi  morire»,  «tutto  è  vano»)  emergono  da  questa  natura  morta.  Al
           contrario,  la  qualità  febbrile  e  funerea  delle  sue  tonalità  fredde  e

           stridenti, le collisioni e le linee spezzate delle sue superfici frastagliate
           e  puntute,  il  tuffarsi  in  avanti  delle  diagonali  riflettono  una  luttuosa

           esaltazione  di  tipo  puramente  personale.  Assai  simile  a  una  pepita
           d’oro  grezzo,  il  teschio  umano  serve  solo  a  conferire  l’estrema

           definizione al significato metaforico della forma: questo è un requiem,
           anche se forse un po’ insolito. In primo piano, “faccia a faccia” con il
           teschio, compare un oggetto comunissimo: un recipiente domestico –

           un piccolo secchio o forse una pentola? – che risalta in modo ancora
           più chiaro nello schizzo omonimo.

              Nella  composizione,  e  forse  non  solo,  questo  oggetto  non  è  meno
           significativo  del  teschio.  Non  essendo  un  elemento  tradizionale  del

           tema  iconografico  della  vanitas,  questa  stravaganza,  collocata  in  un
           contesto  così  serio,  deve  aver  avuto  un  significato  particolarmente

           importante, anche per un’immaginazione poco ortodossa come quella
           di Picasso.
              Se l’importanza del soggetto e lo stato d’animo chiaramente agitato

           dell’artista  riflettono  la  profonda  ragione  personale  che  sta  alla  base
           della Composizione con teschio, allora è proprio in questo oggetto che

           va ricercata la chiave del suo significato generale. Il suo segreto può
           forse essere colto con un gioco di parole: una giara di terracotta – jarra
           in spagnolo – lascia supporre che quest’opera sia dedicata allo scrittore

           Alfred Jarry, la cui improvvisa scomparsa, il 1° novembre 1907, non
           può non aver colpito Picasso nel profondo.

              Anzi, l’audace confronto – in questa composizione in memoriam  –
           tra  il  teschio  e  la  giara  intesi  entrambi  come  vuoti  recipienti  è

           tragicamente  grottesco  e  intriso  di  tristezza.  Percepiamo,  qui,  non
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