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Tavola XXXIII – CONCERTO CAMPESTRE.
GIORGIONE (LOUVRE). Notate la linea diritta
introdotta nella figura femminile seduta con il flauto
per contrastare le ricche forme.
Consideriamo un esempio simile con le linee verticali. D rappresenta una
fila di pini in una vasta pianura. Queste linee trasmettono un senso di
esaltazione e di calma infinita.
Se si aggiunge del fogliame, come in E, con una linea ondulata, e se tale
linea ondulata viene continuata nel cielo da un'altra corrispondente,
abbiamo introdotto un po' di vita e varietà. Se distruggiamo interamente la
sensazione verticale e pieghiamo i nostri alberi, come in F, ne risulterà
un'espressione di molta più energia, e si introdurrà una sensazione di
tensione e di scontro tra gli elementi dove prima c'era perfetta calma.
É il senso di distacco delle linee diritte rispetto a tutto il chiasso e il
trambusto della varietà a conferire loro questa espressione calma e
infinita. E il loro valore quale influenza stabilizzante delle forme più
esuberanti di una composizione è enorme.
I veneti lo sapevano e hanno fatto largo uso delle linee diritte tra le forme
più ricche con cui si dilettavano molto.
É interessante notare come Giorgione, nel suo "Concerto Campestre" del
Louvre (vedasi illustrazione, pag. 193), ha fatto l'impossibile per creare
una linea diritta per stabilizzare il suo dipinto e contrastare le curve.
Poiché non la voleva nel paesaggio, ha audacemente adeguato il contorno
della donna seduta a una rigida linea diritta, accentuata ancora di più dal
flauto nella sua mano.
Se non fosse stato per questo e per altre linee diritte nel dipinto, e una
certa forma squadrata nel disegno dei drappeggi, la ricchezza degli alberi
sullo sfondo, le forme piene della carne e del drappeggio sarebbero state
eccessive, e l'effetto sarebbe stato debole, se non completamente dolce.