Page 79 - Il Pentagate
P. 79

Sito ufficiale del deputato Ed Royce: http://www.house.gov/royce





                         Cynthia McKinney: la strategia del silenzio



               Da qualche giorno non si prende più in giro Cynthia McKinney nei

            corridoi   del   Congresso.   Non   è   tanto   la   mise   colorita   della   deputata
            democratica della Georgia che i suoi colleghi deridevano. Già pochi giorni
            dopo gli eventi dell'11 settembre Cynthia McKinney era sul piede di
            guerra...   contro   l'improvvisa   onnipotenza   dell'amministrazione   Bush   e

            contro le restrizioni sulle libertà imposte dal Patriot Act.
               "Cosa sapeva l'amministrazione Bush e quando è venuta a saperlo?",
            domanda Cynthia McKinney. All'epoca in cui la intervistammo i suoi

            interventi   al   Congresso   erano   accompagnati   dagli   sberleffi   dei   suoi
            colleghi   sia   democratici   che   repubblicani.   Oggi,   mentre   la   stampa
            internazionale dedica le prime pagine al "mea culpa" della Casa Bianca, la
            deputata della Georgia non è più la stravagante sostenitrice della tesi della

            cospirazione   e   l'antipatriottica   di   turno.   Ma   cerchiamo   di   cogliere   le
            sfumature   delle   tesi   di   Cynthia   McKinney.   Sin   dal   21   settembre,   la

            McKinney critica vivamente il processo di restrizione delle libertà civili
            fondamentali avviato dalla Casa Bianca in nome della guerra contro il
            terrorismo.   Ma  più di  tutto, chiede  pubblicamente come mai  nessuna
            misura di sicurezza sia stata presa prima dell'11 settembre, quando invece

            la CIA e l'FBI erano apparentemente informati riguardo agli imminenti
            attacchi sul territorio americano.



               Tony Blair, ministro degli Esteri di Bush


               Cynthia McKinney si interroga anche sulla sorte di un ufficiale dei
            servizi americani detenuto in Canada, un certo Delmart Vreeland, che

            avrebbe tentato di avvertire i servizi segreti canadesi degli attentati prima
            che   avvenissero.   Non   si   tratta   delle   affermazioni   fantasiose   di   un
            "impostore" ma delle dichiarazioni pubbliche di un rappresentante del

            popolo americano. Le preoccupazioni della deputata sono condivise da più
            di   dodicimila   cittadini,   in   maggioranza   americani,   firmatari   di   una
            petizione on line, che chiede un'inchiesta ufficiale sulle "peculiarità" degli
            eventi (vedi l'intervista a Carlos Jacinto). Del resto, la promotrice di questa




            Thierry Meyssan                                78                          2002 - Il Pentagate
   74   75   76   77   78   79   80   81   82   83   84