Page 82 - L'Incredibile menzogna
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Bisogna   affrontare   le   situazioni   di   povertà,   ingiustizia,   umiliazione

            eccetera.
               [...] L'Europa deve essere se  stessa.  Se non siamo d'accordo con la
            politica americana, lo dobbiamo dire. Lo possiamo e lo dobbiamo dire
            [...]. Essere amici del popolo americano, essere alleati degli Stati Uniti

            nell'Alleanza Atlantica, non vuol dire essere allineati. Non vuol dire aver
            rinunciato a un pensiero proprio su qualunque argomento.
               [...]   Dialogheremo   con   gli Stati  Uniti,   lo   faremo  in  amicizia.  Non

            chiediamo che gli Stati Uniti rimangano a casa loro, al contrario. Ci
            auguriamo che gli Stati Uniti si impegnino nel mondo, perché non ci sono
            problemi seri che si possano risolvere senza di loro. Chiediamo che si
            impegnino, ma che si impegnino sulla base del multilateralismo e del

            partenariato e che si possa dialogare con loro. Se bisognerà alzare un po'
            il tono per farci sentire, lo faremo".
               A Washington, Colin Powell accoglie le parole del ministro francese con

            sufficienza e stigmatizza questi "svenevoli intellettuali parigini".
               Due giorni dopo, il primo ministro, Lionel Jospin, approfitta di una
            riunione dei presidenti dei parlamenti dell'Unione europea per ribadire

            davanti a una platea internazionale:
               "AIl7ndoman/ degli attentati dell'11 settembre abbiamo manifestato una
            totale solidarietà con gli Stati Uniti e abbiamo contribuito, al loro fianco,

            alla risposta che quell'aggressione esigeva. L'azione comune contro il
            terrorismo   proseguirà   con   determinazione.   Questo  però   non  significa
            assolutamente   non   dover   riflettere   in   modo   lucido   sulla   lezione   che
            bisogna   trarre   dagli   avvenimenti   dell'11   settembre.   Non   si   possono,

            infatti, ridurre i problemi del mondo alla sola dimensione della lotta
            contro il terrorismo qualunque sia la sua imperiosa necessità e neanche
            contare, per risolverli, unicamente sulla superiorità dei mezzi militari.

               La   nostra   visione   del   mondo   punta   a   costruire   una   comunità
            internazionale più equilibrata, un mondo più sicuro e più giusto. Questo
            concetto si fonda su un approccio multilaterale. Si appoggia a tutte le
            forme   di   cooperazione   che   permettano   ai   membri   della   comunità

            internazionale di affrontare insieme i problemi di fondo, perché nessuno
            tra loro può pretendere di risolverli da solo. [...] Noi speriamo che gli
            Stati Uniti non cedano alla pericolosa tentazione dell'unilateralità, che

            rinnovino il loro impegno con noi su questa via, perché senza di loro i
            nuovi equilibri che cerchiamo saranno più difficili da raggiungere. Per




            Thierry Meyssan                                81             2002 - L'Incredibile menzogna
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