Page 526 - Shakespeare - Vol. 2
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shakespeariano, Torino, Einaudi, 1964: tanto su Falstaff (mostruoso ed
empio, eppure innocente, come già vide B. Croce) quanto sul tempo: «fluisce
modellandosi sul ritmo lento ma costante, imprevedibile e insieme
irriducibile, del tempo reale, del tempo quotidiano». Notevoli ed entusiaste
sono le pagine (1953) di G. Tomasi di Lampedusa, Letteratura inglese, vol. I,
a cura di N. Polo, Milano, Mondadori, 1990, sulle due parti di Henry IV, da lui
ritenute «il capolavoro fra i drammi storici». Tomasi coglie «la naturalezza
con la quale Shakespeare passa dal più bel verso sciolto cosmico alla più
lavorata e sfaccettata prosa», l’assoluto rilievo della creazione di Falstaff,
l’analogia con la vicenda dei Sonetti («una simile, strana − per altri motivi −
amicizia fra un uomo maturo e un giovanetto socialmente assai superiore
[conclusa da] un nero tradimento finale»), e giudica il presunto tradimento
«la prima apparizione sulla scena della famosa ipocrisia britannica».
H. Jenkins, The Structural Problem of Shakespeare’s Henry IV, London,
Methuen, 1956 (rist. in Hunter), conduce un’acuta analisi strutturale dalla
quale sembra emergere un pentimento e mutamento di intenzioni da parte di
Shakespeare durante la composizione: in origine pensata come un solo
dramma, concluso dall’uccisione di Hotspur, la morte di Enrico IV,
l’incoronazione di Hal e la cacciata di Falstaff, l’opera avrebbe subito un
raggiustamento nell’atto III, per cui la storia di Hotspur fu condotta a
conclusione, ma quella della punizione di Falstaff fu fermata, donde la
ripetizione della struttura in 2 Henry IV, dove il ravvedimento di Hal a
Shrewsbury «non è dimenticato, bensì è come se non fosse mai avvenuto».
C.L. Barber, Shakespeare’s Festive Comedy, Princeton, Princeton Univ. Press,
1959 (un estratto, Rule and Misrule in Henry IV, è in Hunter), offre una lettura
archetipica (già accennata da J.I.M. Stewart, Character and Motive in
Shakespeare, 1949) e la documenta sul testo con grande acutezza, rivelando
molti punti nodali ed echi fra le due trame. Su Falstaff come sostituto paterno
si sofferma utilmente J. Winny, The Player King: A Theme of Shakespeare’s
Histories, London, Chatto & Windus, 1968. P.H. Davison, nella sua edizione
del 1968 (cit.) segnala due altre letture psicoanalitiche: F. Alexander, A Note
on Falstaff, in «Psychoanalytic Quarterly», 1933; E. Kris, Prince Hal’s Conflict,
in N. Rabkin (a cura di), Approaches to Shakespeare, New York, McGraw-Hill,
1964. Un’eccellente antologia critica dedicata specificamente a 1 Henry IV (18
saggi, estratti da altri fra cui F. Alexander, bibliografia annotata) è inclusa
nell’edizione Norton dell’opera curata da J.L. Sanderson, New York 1969.
Nella sua edizione del 1979 (v. sopra) G. Melchiori analizza acutamente le
strutture temporali di 1 Henry IV, rilevando un vistoso sfasamento fra le due