Page 321 - Nietzsche - L'apolide dell'esistenza
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venire da noi offeso solo perché noi non ne abbiamo bisogno... Tutti
ticolare decisivo sul quale torneremo più avanti, è dal 3 gennaio che
i nostri giudizi sugli altri, le condanne a morte che pronunciamo
Nietzsche non si occupa più della sua opera, pare averla completa-
contro di loro (perché non sono mai come noi li vogliamo), ricadono che è molto diversa, larga e a grandi caratteri. Inoltre, ed è un par-
sul nostro capo». Triangolo di lettere, cit., p. 471. A Overbeck, Gast mente dimenticata, mentre fino al giorno prima vi si era dedicato con
aveva scritto: «Finora il superuomo non è per me altro che un’astra- grandissima attenzione.
zione», ibid., p. 339.
62 A. Verrecchia, La catastrofe, cit., p. 99.
63 Ibid., p. 119.
64 Mio Maestro Pietro è in italiano. F. Nietzsche, Epistolario
(1865-1900), cit., p. 344.
65 A. Verrecchia, La catastrofe, cit., p. 180.
66 F. Nietzsche, Autobiografia, cit., pp. 320-321.
67 Ibid., p. 322.
68 Lettera a Carl Fuchs, 18-12-88, in C.P. Janz, Vita di Nietzsche,
cit., vol. , p. 18.
69 F. Nietzsche, Frammenti postumi 1888-1889, cit., pp. 407-419.
70 Id., Ecce homo, cit., p. 458.
71 A. Verrecchia, La catastrofe, cit., p. 173.
72 F. Nietzsche, Epistolario (1865-1900), cit., pp. 341-342.
73 Ibid., p. 341.
74 Ibid., p. 336.
75 F. Nietzsche, Ecce homo, cit., p. 438.
76 Lettera ad Andreas Heusler, 30-12-88, in C.P. Janz, Vita di
Nietzsche, cit., vol. , p. 597.
77 Cosima Wagner-Friedrich Nietzsche, cit., p. 189.
78 E.F. Podach, Friedrich Nietzsches Werke des Zusammenbruchs,
Wolfang Rothe Verlag 1961, p. 48.
79 F. Nietzsche, Ecce homo, cit., p. 585.
80 Ibid., variante, p. 604, n. 67.
81 F. Nietzsche, Autobiografia, cit., p. 323.
82 Lettera a Gustav Naumann, 2-1-89, in Ecce homo, cit., p. 587.
83 F. Nietzsche, Autobiografia, cit., p. 307.
84 Riprendiamo qui la versione classica di Erich Podach, uno dei
primissimi biografi di Nietzsche, che conobbe personalmente Lou
Salomé e Ida Overbeck e che alla fine degli anni Venti poté racco-
gliere ancora testimonianze dirette di quello che era avvenuto a
Torino nei primi giorni di gennaio del 1889. Janz posticipa l’episodio
al 7 gennaio, dubita che la vicenda del cavallo sia veritiera, ma piut-
tosto una leggenda, con la motivazione, per la verità molto fragile,
che Nietzsche non amava gli animali, e ritiene che quel giorno sia
solo svenuto per strada. Ma abbia o no abbracciato il cavallo, è fra
il 2 e il 3 gennaio che si verifica una frattura, che si incide un solco
preciso fra l’“al di qua” e l’“al di là”, perché è dal 3 gennaio che
Nietzsche comincia a inviare ad amici e conoscenti quegli inequivo-
cabili “biglietti della follia” che si caratterizzano non solo per il
contenuto e la firma (Dioniso o Il crocifisso), ma anche per la grafia
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