Page 105 - Nietzsche - L'apolide dell'esistenza
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Nietzsche, che aveva fin lì frequentato i salotti buoni
che non verranno mai pubblicati in modo autonomo,
ma saranno inseriti in opere successive, soprattutto in di Basilea, cominciò da allora a disertarli e a chiudersi
Umano, troppo umano. Perché è vero, come ha detto sempre più in se stesso. C’era la sua atavica “estraneità”,
Janz, che i libri di Nietzsche costituiscono un “continu- ma c’entrava anche il fatto che frequentare compagnie
um” il cui filo si dipana dall’uno all’altro, senza arrivare numerose, mondane, in una grande confusione dove
mai a un punto fermo, a un momento di sosta. Aurora faceva fatica a riconoscere le persone, a salutarle e per
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finisce addirittura con un «Eppure...» . Quella di Nietz- capire con chi avesse a che fare doveva spesso aspettare
sche è un’unica, immensa, “opera aperta”. che aprisse bocca per distinguerlo dalla voce, stava di-
In questo periodo si rituffa nello studio di opere ventando per lui un tormento insopportabile. Non era
scientifiche: la Philosophia Naturalis di Boscovich, Pen- mai stato disinvolto, ora il suo handicap lo rendeva par-
siero e realtà di Afrikan Spir, Storia della chimica di ticolarmente indeciso e goffo. E preferiva evitare.
Knopp, Teoria generale del moto e dell’energia di Mohr, In soccorso arrivò anche la sorella che si fermò da lui
Conferenze sull’evoluzione della chimica di Landenburg, fino a ottobre. Elisabeth non si era ancora sposata, vive-
La struttura mirabile dell’universo di Madler, Eléments va la maggior parte dell’anno a Naumburg con la madre,
de phisique di Pouillet. e nonostante avesse solo ventisette anni (ma allora se
Frattanto arrivavano a Basilea studenti attratti dalla una ragazza non si era maritata entro i venticinque era
crescente notorietà di Nietzsche, più come polemista già considerata out) stava prendendo i connotati della
che come docente di Filologia. Fra questi giunse anche zitella: era pettegola, acida, affettata, formalista, bigotta.
un amico di Romundt, Paul Rée, che si fermò a seguire Ma era anche una donna molto pratica e gli organizzò la
le sue lezioni fino alla fine di agosto. Nietzsche trovò il vita nel miglior modo possibile, date le circostanze.
ragazzo interessante ma gli mancò il tempo per coltivar- A settembre la vista migliorò un po’ e Nietzsche poté
lo. Ebbe infatti un crollo della vista e venne curato con riprendere a leggere e a scrivere, ma con un’autonomia
atropina. La debolezza degli occhi, aggiunta agli effetti molto limitata perché si stancava presto. Wagner era
collaterali di questo farmaco, che, com’è noto, dilata molto preoccupato per la salute del giovane amico. Già
enormemente la pupilla, gli impediva di leggere e di all’inizio dell’anno, quando i disturbi di Nietzsche non
scrivere. Inoltre gli occhi gli dolevano moltissimo. Per si erano ancora precisati e potevano apparire episodici,
fortuna proprio in quei giorni arrivò a Basilea Gersdorff aveva avuto una premonizione: «Questo suo ammalarsi
che si prestò a fargli da lettore e da amanuense. Per le ci ha già spaventato spesso, non perché ci faccia temere
lezioni doveva invece cavarsela con la memoria, senza seriamente per le Sue condizioni fisiche, bensì per quel-
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poter utilizzare nessuna traccia perché non era in grado le psichiche» . Perché non si affatichi gli scrive lettere
di buttar giù degli appunti. Da allora fu ossessionato con caratteri larghi e grandi e lo incoraggia: «Le giuro,
dall’idea di poter diventare cieco. Racconterà la sorella per Dio, che la ritengo l’unica persona che sappia ciò
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Elisabeth, riferendosi a qualche anno dopo, quando la che io voglio» . Litiga furiosamente con l’amata sorella
vista di Nietzsche si era ulteriormente deteriorata: «Ri- Ottilie, che gli ha fatto visita, perché, come nota Cosima
cordo ancora lo sguardo commovente con cui spesso nei suoi Diari, non ha capito che «Nietzsche per suo
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mio fratello osservava gli splendidi paesaggi, come a fratello ha messo in gioco la sua carriera» e che quel
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prenderne per sempre congedo» . ragazzo è il suo più «fedele seguace» .
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