Page 104 - Nietzsche - L'apolide dell'esistenza
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Nietzsche, che aveva fin lì frequentato i salotti buoni
                   che  non  verranno  mai  pubblicati  in  modo  autonomo,
                   ma  saranno  inseriti  in  opere  successive,  soprattutto  in         di Basilea, cominciò da allora a disertarli e a chiudersi
                   Umano,  troppo  umano.  Perché  è  vero,  come  ha  detto              sempre più in se stesso. C’era la sua atavica “estraneità”,
                   Janz, che i libri di Nietzsche costituiscono un “continu-              ma c’entrava anche il fatto che frequentare compagnie
                   um” il cui filo si dipana dall’uno all’altro, senza arrivare           numerose,  mondane,  in  una  grande  confusione  dove
                   mai a un punto fermo, a un momento di sosta. Aurora                    faceva fatica a riconoscere le persone, a salutarle e per
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                   finisce addirittura con un «Eppure...» . Quella di Nietz-              capire con chi avesse a che fare doveva spesso aspettare
                   sche è un’unica, immensa, “opera aperta”.                              che aprisse bocca per distinguerlo dalla voce, stava di-
                      In  questo  periodo  si  rituffa  nello  studio  di  opere          ventando per lui un tormento insopportabile. Non era
                   scientifiche: la Philosophia Naturalis di Boscovich, Pen-              mai stato disinvolto, ora il suo handicap lo rendeva par-
                   siero  e  realtà  di  Afrikan  Spir,  Storia  della  chimica  di       ticolarmente indeciso e goffo. E preferiva evitare.
                   Knopp, Teoria generale del moto e dell’energia di Mohr,                  In soccorso arrivò anche la sorella che si fermò da lui
                   Conferenze sull’evoluzione della chimica di Landenburg,                fino a ottobre. Elisabeth non si era ancora sposata, vive-
                   La  struttura  mirabile  dell’universo  di  Madler, Eléments           va la maggior parte dell’anno a Naumburg con la madre,
                   de phisique di Pouillet.                                               e  nonostante  avesse  solo  ventisette  anni  (ma  allora  se
                      Frattanto  arrivavano  a  Basilea  studenti  attratti  dalla        una ragazza non si era maritata entro i venticinque era
                   crescente  notorietà  di  Nietzsche,  più  come  polemista             già  considerata  out)  stava  prendendo  i  connotati  della
                   che come docente di Filologia. Fra questi giunse anche                 zitella: era pettegola, acida, affettata, formalista, bigotta.
                   un amico di Romundt, Paul Rée, che si fermò a seguire                  Ma era anche una donna molto pratica e gli organizzò la
                   le sue lezioni fino alla fine di agosto. Nietzsche trovò il            vita nel miglior modo possibile, date le circostanze.
                   ragazzo interessante ma gli mancò il tempo per coltivar-                 A settembre la vista migliorò un po’ e Nietzsche poté
                   lo. Ebbe infatti un crollo della vista e venne curato con              riprendere a leggere e a scrivere, ma con un’autonomia
                   atropina. La debolezza degli occhi, aggiunta agli effetti              molto  limitata  perché  si  stancava  presto.  Wagner  era
                   collaterali  di  questo  farmaco,  che,  com’è  noto,  dilata          molto preoccupato per la salute del giovane amico. Già
                   enormemente  la  pupilla,  gli  impediva  di  leggere  e  di           all’inizio dell’anno, quando i disturbi di Nietzsche non
                   scrivere.  Inoltre  gli  occhi  gli  dolevano  moltissimo.  Per        si erano ancora precisati e potevano apparire episodici,
                   fortuna proprio in quei giorni arrivò a Basilea Gersdorff              aveva avuto una premonizione: «Questo suo ammalarsi
                   che si prestò a fargli da lettore e da amanuense. Per le               ci ha già spaventato spesso, non perché ci faccia temere
                   lezioni  doveva  invece  cavarsela  con  la  memoria,  senza           seriamente per le Sue condizioni fisiche, bensì per quel-
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                   poter utilizzare nessuna traccia perché non era in grado               le psichiche» . Perché non si affatichi gli scrive lettere
                   di  buttar  giù  degli  appunti.  Da  allora  fu  ossessionato         con caratteri larghi e grandi e lo incoraggia: «Le giuro,
                   dall’idea di poter diventare cieco. Racconterà la sorella              per  Dio,  che  la  ritengo  l’unica  persona  che  sappia  ciò
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                   Elisabeth, riferendosi a qualche anno dopo, quando la                  che io voglio» . Litiga furiosamente con l’amata sorella
                   vista di Nietzsche si era ulteriormente deteriorata: «Ri-              Ottilie, che gli ha fatto visita, perché, come nota Cosima
                   cordo  ancora  lo  sguardo  commovente  con  cui  spesso               nei  suoi  Diari,  non  ha  capito  che  «Nietzsche  per  suo
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                   mio  fratello  osservava  gli  splendidi  paesaggi,  come  a           fratello ha messo in gioco la sua carriera»  e che quel
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                   prenderne per sempre congedo» .                                        ragazzo è il suo più «fedele seguace» .


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