Storia del Santuario
La
primitiva
chiesa
consisteva
in
una
piccola
edicoletta
che
ospitava
l'immagine
acheropita
della
Beata
Vergine,
successivamente
attorno
alla
primitiva
struttura,
nella
seconda
metà
del
XIII
secolo, venne realizzato il primo tempio.
Nella
seconda
metà
del
1500
la
chiesa
fu
ampliata
e
la
navata
venne
ad
assumere
le
attuali
dimensioni;
in
tale
periodo
fu
costruito
quasi
tutto
il
campanile.
Oltre
che
dalle
tre
date
incise
nella
chiesa
(due,
1559
e
1578,
si
leggono
nelle
paraste
laviche
del
campanile;
la
terza,
1564,
in
una
trave
del
soffitto),
i
lavori
della
fabbrica
ci
sono
testimoniati
dalle
richieste
dei
consoli
della
chiesa
al
vescovo
perché
potessero
raccogliere
nella
diocesi
di
Catania
elemosine
per
"compliri
la
frabica
di
detta
ecclesia".
Il
terremoto
del
1693
fece
crollare
il
tetto,
ma
le
mura
resistettero:
così
l'icona
della
Madonna
riuscì
a
salvarsi.
Delle
strutture
murarie
portanti
soltanto
quelle
absidali
subirono
danni
irreparabili,
tanto
che
quando
venne
avviata
la
ricostruzione
si
preferì
tagliare
l'intera
abside
così
che
oggi
il
presbiterio
termina con una parete retta.
La
ricostruzione
portò
altre
modifiche.
Infatti
venne
chiuso
lo
spazio
tra
il
transetto
sinistro
ed
il
campanile:
la
chiesa
acquistò
un'irregolare
navatella
a
sinistra,
con
un
suo
ingresso.
Nei
primi
decenni
del
'700
la
facciata
della
chiesa
ebbe
a
subire
una
sostanziale
modifica:
infatti
ad
essa
si
sovrappose
quella
porticata
del
convento
degli
Agostiniani
Scalzi;
il
campanile
allineato
al
vecchio
prospetto
venne
inglobato
nella
nuova
struttura
a
portico.
Giovanni
Verga
ricorda
il
Santuario
nella
sua
novella
Il
Mistero,
affermando
che
"la
candela
della
Madonna
di
Valverde
fa
miracoli
dappertutto".
All'ingresso
del
Santuario
c'è
un
portale
in
pietra bianca databile agli inizi del '700.
L'opera
d'ispirazione
tardo
romanica
è
sormontato
in
alto
dallo
lo
stemma
dei
principi
Riggio.
Il
portale
incornicia
un
portone
di
bronzo
modellato
da
Giacomo
Petralia
ed
inaugurato nel 1980.
Il
prospetto
laterale
presenta
come
unico
elemento
decorativo
un
interessante
portale
in
pietra
bianca
realizzato
nel
1694.
Nella
ricorrenza
del
XVI
centenario
della
conversione
di
S.
Agostino,
nel
1987
è
stata
inaugurata
la
porta
di
bronzo
realizzata
dallo
scultore
Salvatore
Adamantino.
Varcato
l'ingresso
principale,
ci
si
avvede
subito
che
la
soluzione
planimetrica
del
santuario
risente
delle
difficoltà
costruttive
più
o
meno
legate
alle
sue
origini:
basti
guardare
la
posizione
decentrata
dell'icona
della
Madonna,
centro
ideale
della
chiesa,
la
diversa
ampiezza
dei
settori
della
navata
centrale,
il
taglio
del
presbiterio, la piccola irregolare navata di sinistra.
Procedendo
lungo
la
navata
maggiore,
le
cui
10
artistiche
vetrate
costituiscono
un
armonioso
racconto
di
luce,
troviamo
a
sinistra
l'altare
della
Madonna
del
Rosario,
quello
della
Madonna
del
Carmine,
un'elegante
porta
in
legno
(della
fine
del
'700)
che
immette
nel
vano
antistante
la
sacrestia
ed
infine
l'altare
dedicato
a
S.
Nicola da Tolentino con una tela di ignoto del 1706.
Nella
parete
destra
della
navata
si
trovano
l'altare
della
Sacra
Famiglia
e
il
monumento
sepolcrale
di
Luigi
Riggio
Branciforte
e
della
moglie
Caterina
Gravina.
Dopo
il
monumento
Riggio
si
apre
l'arcata
che
di
fronte
si
conclude con il pilastro su cui è addossato l'altare della Madonna di Valverde.
Decentrato
rispetto
alla
navata
principale,
ma
situato
nel
punto
in
cui
si
incrociano
gli
spazi
interni
più
ampi
della
chiesa,
l'altare
finisce
per
captare
subito
l'attenzione
di
chi
entra:
a
ciò
concorrendo
motivi
di
fede,
impianto
architettonico,
ricchezza
decorativa.
Realizzato
in
marmi
policromi
finemente
intarsiati,
esso
è
preceduto
da
un'artistica
balaustra.
Al
centro
dell'altare,
protetta
da
una
porticina
in
argento
sbalzato,
è
l'icona
della
Madonna.
Per
una
descrizione
dettagliata
di
questa
Icona
acheropita
si
veda
la
pagina
l'Icona della Madonna di Valverde.
Oltrepassato
l'altare
della
Madonna,
la
navata
grande
termina
con
l'altare
di
S.
Agostino
la
cui
tela
data
"1710".
Il
presbiterio
presenta
nelle
pareti
laterali
due
recenti
dipinti
di
Salvatore
Adamantino,
in
quella
di
fondo
drappeggi
scompartiti
da
lesene
(in
basso) ed una Madonna con Bambino in trono tra angeli musicanti nella parte alta.
Passando
alla
navatella
laterale
sinistra,
si
trova
l'altare
del
Crocifisso
decorato
con
colonne
tortili.
Al
centro
è
Gesù
in
croce
con
ai
lati
dipinti
ad
olio,
l'Addolorata,
la
Maddalena e S. Giovanni Evangelista.
Le
due
palle
di
ferro
che
oggi
pendono
a
sinistra
del
suddetto
altare
sono
le
testimonianze
del
ringraziomento
dei
soldati
delle
galee
siciliane,
devoti
della
nostra
Madonna.
Lanciate
dagli
spalti
cristiani
dopo
aver
invocato
il
nome
della
Madonna
di
Valverde,
furono
esse
nel
1565
a
ferire
mortalmente
il
comandante
turco
Dragut
che
assediava Malta.
A
destra
dell'altare
del
Crocifisso
un
piccolo
ingresso
immette
nella
cappella
del
Sacro
Cuore,
nella
quale
ai
nostri
giorni
nel
periodo
natalizio
si
appresta
un
grande
presepio
mobile.
Il
Convento
degli
Agostiniani
scalzi
si
può
considerare
a
tutti
gli
effetti
un'appendice
del
santuario.
L'edificio,
il
cui
prospetto
principale
dà
sulla
piazza
del
Santuario
(da
notare
nella
parasta
d'angolo
le
tre
braccia
laviche
che
venivano
utilizzate
per
sostenere
bandiere
e
stendardi),
forma
insieme
alla
chiesa
un
grande
quadrilatero
con
all'interno
un
ampio
cortile.
La
parte
più
antica
del
fabbricato
risale
agli
inizi
del
'700,
mentre
l'ala
attacata al presbiterio della chiesa è stata portata a termine nel 1955.
II
cortile
("atrio
interno")
si
presenta
interamente
porticato
solo
nell'ala
che
è
prospicente
la
piazza.
Qui
sono
al
primo
piano
le
celle
dei
padri
agostiniani,
disposte
ai
lati
di
un
corridoio
che
porta
alla
cantoria.
L'ala,
meridionale
e
quella
orientale
in
passato
ospitavano il noviziato ed il probandato oltre che il refettorio e la cucina.