Page 118 - I segreti di Hitler
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GLI ATTENTATI
L’UOMO CHE SOPRAVVISSE 42 VOLTE
to massiccio della sorveglianza. con attenzione meticolosa, ma an-
Nel 1943 fu il generale Henning che questa volta la sorte ci mise lo
von Tresckow, eroe della Prima zampino. La bomba non esplose e
guerra mondiale, profondamente l’aereo atterrò senza danni. Il deto-
avverso al nazismo, a entrare in natore non aveva funzionato, forse
azione. Il 14 marzo, assieme a Fa- perché l’innesco chimico si era
bian von Schlabrendorff, riuscì a bloccato a causa della bassa tempe- Claus von Stauffenberg, l’ufficiale
sistemare una bomba sull’aereo che ratura della stiva. Nonostante il fal- che piazzò la valigia esplosiva
avrebbe dovuto trasportare Hitler. limento, i congiurati ci riprovarono dell’operazione “Valchiria”.
Si trattava di esplosivo a innesco il 21 marzo, a Berlino, all’arsenale
chimico, e per non destare sospet- di Zeughaus, durante una mostra di
ti l’ordigno venne nascosto in una armi sottratte all’esercito sovietico.
scatola di bottiglie di liquore, por- Il colonnello Gersdorff recuperò gli
tata sull’aereo dal colonnello Heinz ordigni del tentativo precedente e li
Brandt, ignaro del contenuto del armò con timer fissato a 10 minu-
pacchetto. Tutto sembrava preparato ti. Li infilò nel cappotto e si offrì
I ragazzi della Rosa
el 1942, a Monaco di Baviera la Rosa bianca finì nelle grinfie della
nacque il primo movimento Gestapo. I fratelli Scholl si assunsero
N di resistenza non violenta al tutta la responsabilità delle azioni, nella
nazismo, la “Rosa bianca” (Weiße speranza di proteggere gli altri membri.
Rose). Si trattava di un piccolo gruppo L’intero gruppo, però, fu giudicato
di studenti universitari, composto dal giudice Roland Freisler, che ne
dai fratelli Hans e Sophie Scholl, e decretò la condanna a morte tramite
dagli amici Christoph Probst, Alexan- decapitazione. La prima a morire fu
der Schmorell e Willi Graf, a cui si Sophie: i secondini che la accompa-
unì il professor Kurt Huber. Alcuni di gnarono al patibolo dichiararono che
loro combatterono in Francia e sul «andò senza battere ciglio. Noi tutti
fronte orientale, dove ebbero modo non riuscivamo a credere che ciò fos-
di assistere di persona a quello che se possibile. Il boia disse di non aver
accadeva dietro la prima linea, dove mai veduto nessuno morire così».
le Einsatzgruppen, le “unità operative”
delle SS, annientavano senza pietà
ebrei, zingari, civili russi e avversari
politici, con fucilazioni di massa e
camion trasformati in camere a gas.
Tra il 1942 e il 1943, i ragazzi della
Rosa bianca (il cui motto, ideato da
Sophie Scholl, era «Uno spirito forte,
un cuore tenero») scrissero opuscoli
e volantini basati sui principi cristiani
di tolleranza e giustizia, che vennero
distribuiti in Baviera e in Austria. Il
primo di tali volantini recitava così:
«Fate resistenza passiva, resistenza
ovunque vi troviate; impedite che
questa atea macchina da guerra con-
tinui a funzionare, prima che le città
diventino un cumulo di macerie».
Nel febbraio 1943 si spinsero oltre,
distribuendo i loro messaggi all’Uni-
versità di Monaco. Sophie, addirittura,
salì uno scalone e gettò gli opuscoli
nell’atrio dell’ateneo. In poco tempo
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