Page 145 - Pigmenti
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La attuale preparazione Introdotta da J. Turkevich et al. nel 1951 e perfezionata da G. Frens negli anni 1970, è la più
            semplice disponibile. In genere si ottengono sospensioni in acqua di nanoparticelle d'oro sferiche di circa 10–20 nm di
            diametro, moderatamente monodisperse. Si possono ottenere particelle più grandi, ma forma e monodispersione
            peggiorano:
                          −6
            -Prendere 5,0×10  moli of HAuCl 4  e scioglierle in 19 mL di acqua demineralizzata. Si ottiene una soluzione giallo
            chiaro.
            -Scaldare fino all'ebollizione.
            -Continuare a scaldare e aggiungere, sotto vigorosa agitazione, 1 mL di soluzione di citrato di sodio 0,5%. Mantenere
            sotto agitazione per 30 minuti.
            Il colore della soluzione cambierà gradualmente passando da giallo chiaro a incolore a grigio a porpora a porpora scuro,
            fino a stabilizzarsi sul rosso vino.
            Aggiungere acqua alla soluzione fino a riportare il volume a 20 mL, per compensare l'avvenuta evaporazione.
            Il citrato di sodio inizialmente agisce da riducente. In seguito gli ioni citrato carichi negativamente sono adsorbiti sulle
            nanoparticelle d'oro, formando delle cariche superficiali che tengono separate le particelle impedendone l'aggregazione.

            Note:  Inalterabile, usato anche come normale pigmento. In miniatura e nella pittura medievale su tavola, meno nel
            Rinascimento, impiegato sia in lamine sottilissime sia in polvere.
            La lamina veniva fatta aderire con sostanze quali vari tipi di bolo, ocra e gesso. Per i manoscritti si usavano come
            mordenti chiara d’uovo, miele, succhi vegetali come il latte di fico o il succo d’aglio, ecc. Tramite brunitura la foglia
            d’oro applicata veniva pressata con apposita pietra, risultando più lucida e scura. L’oro in polvere si otteneva
            macinandolo assieme a miele, eliminato poi con acqua; oppure in amalgama con mercurio; questo era poi eliminato con
            riscaldamento. In polvere era impiegato anche come inchiostro, miscelato con chiara d’uovo o gomma. Effetti
            particolari si ottenevano con fondi color porpora.



































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