Page 284 - Lezioni di Letteratura Italiana
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LEZIONE 10 a
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(Segue)
Del Purgatorio, a mò d’esempio di quello che ho detto teoricamente, vorrei
leggere la fine del 27° canto ed il principio del 28°, perché danno molto bene un’idea
di tutto il pensiero dantesco.
Oltre i varii supplizi che i peccatori hanno in ognuna delle sette cornici, oltre
una ventilazione delle ali d’angelo che ogni anima deve avere in fronte quando sale
su per andare poi al Paradiso, c’è, fra il Purgatorio e il luogo di delizie, che è il Para-
diso terrestre, una muraglia di fuoco che tutte le anime indistintamente devono at-
traversare prima di diventare abili e disposte a salire alle stelle. Col fuoco si purifica-
no ed una voce dice: Beati quelli che hanno mondo il cuore. Ma a questa mondizia
si unisce la purezza dell’occhio del nostro intelletto.
Ma non basta questa purificazione (mi spiace di far vedere che la via per an-
dare al Paradiso è tanto difficile), perché dopo ci vuole una purificazione doppia, per
acqua, che consiste nell’esser tuffati nel fiume Leté che fa dimenticare tutti i peccati
trascorsi e fin la memoria di essi ne cancella dal cuore; e nel bere ad un’altra fonte,
l’Eunoé; e questa bevanda, all’ultimo, à (ha) il potere di rinfrancare e di corrobora-
re come fa l’acqua a una bocca assetata. A questo punto, l’uomo è puro e disposto a
salire alle stelle. La purezza gliela danno il fuoco e l’acqua, la disposizione gliela dà
Eunoé, quanto è a dire disposizione, buona volontà. E allora si sale; è la buona vo-
lontà che vi ci conduce.
Mi sono indugiato a dire delle purificazioni varie di vento, fuoco, acqua, più
i supplizi cui sono condannate le anime impure, ma non cattive. Esse, le purificazio-
ni, sono tolte dal poeta pagano, Virgilio, il quale le ricava da Platone. Essi ammet-
tono che le anime venute dalla nostra vita, dove avevano contratto impurità, deb-
bano di là purgarsi, e, fatte pure, non vadano in Paradiso, ma ritornino di nuovo in
questa terra.
Arrivato alla muraglia, Dante arretra; ha paura. Virgilio in tutti i modi si
industria di incuorarlo. Con Virgilio c’è Stazio, poeta antico, latino, del tempo di
Domiziano, quindi classico ancora, non aureo, ma dell’epoca d’argento; di grande
ingegno, molto moderno nelle im(m)agini di cui Dante prese alcun che, come nel
Canto di Ugolino. Dante fa che Stazio sia un cristiano coperto, e benché scrittore di
razza latina, pagana, lo fa di anima cristiana. Nel Limbo, dove c’è il nobile castello,
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