Page 272 - Lezioni di Letteratura Italiana
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A questo Giovanni pareva non bastasse l’Inferno e il Purgatorio per avere la laurea.
Dante, rispondendo, gli dice: - Ci ho una pecora, io, che dà molto latte; te ne man-
derò dieci vasi. - Dall’esame di tutta la epistola e da certi commenti antichi, si de-
duce che questi dieci vasi sono dieci canti dell’ultima cantica in cui egli sopravanza
Virgilio, che si è fermato ad Anchise, alla divina foresta; mentre Dante andrà al Pa-
radiso, dove Virgilio non poteva arrivare. Questo è tanto verosimile in quanto che
se uno manda parte dell’opera sua e non l’intera, cerca di mandare quella parte che
abbia un principio e una fine, che stia a sé. Abbiamo detto che il Paradiso è, non ri-
gorosamente, ma visibilmente, diviso per dieci canti secondo le gerarchie. È verosi-
mile che a Giovanni del Virgilio mandasse i primi dieci canti che trattavano degli
angeli, arcangeli e principati. Così, egli mandava fuori, frammentariamente, il Para-
diso, in parti di dieci canti.
Loro sanno, dalle biografie più comuni, che Dante sull’ultimo della vita, fu
incaricato da Guido da Polenta di una ambasceria a Venezia e che al ritorno ammalò
e morì. Si racconta, dal Boccaccio, che grande fu lo sgomento vedendo che il poeta
non aveva terminato il Paradiso. Il figlio di Dante, Iacopo, disperava già di trovare
la fine di questo poema, quando ebbe un sogno e nel sogno vide suo padre che gli
indicava un luogo dove egli, vivo, custodiva le carte. Iacopo andò in questo luogo e
trovò i canti che mancavano. Erano tredici. Così il poema fu potuto pubblicare in-
tero. È una storia, questa, che è stata molto discussa, anzi rifiutata, come inverosimi-
le. Eppure, quando si consideri che Dante mandava fuori il Paradiso in parti di dieci
canti e l’una e che tredici si trovarono mancanti, noi siamo indotti a credere alla sto-
ria più di quello che non credevano gli altri critici. Che sogni di questo genere pos-
sano avvenire, i quali ammoniscano, facciano dalle tenebre dell’oblio venire a galla
un ricordo, ognuno può essere testimone a se medesimo. Quanti non si sono sentiti
ricordare in sogno una cosa che nella veglia avevano obliata perfettamente! Ma da
tutta questa storia si ricava indubbiamente che Dante fece appena a tempo a com-
piere il suo divino poema.
E, per dir cosa che al più illustre dei miei ascoltatori tornerà gradita, come
conclusione egli nel nome di Maria finì.
– – –
(L’illustre ascoltatore, cui accenna il prof. Pascoli in questa chiusa, è il Prof. Acri, pre-
sente alla lezione).
(£ 2)
N.B. Indice delle cose trattate nell’utilissimo Vade-Mecum per gli iscritti alla “Scuola Peda-
gogica” compilato dal Dr. Barbieri, segretario della medesima e dal M°: Vivarelli: Re-
gio Decreto che istituisce la scuola - Norme per l’iscrizione - Esami - Tasse - Dispense
dalle tasse - Trasferimenti - Abbonamenti ferroviari - Rilascio documenti - Esami fa-
coltativi - Orario - Temi pel diploma - Lezioni pratiche - Scuola Samaritana - Corso
d’Ortofonia - Dispense - Esercitazioni. Lavori scritti e orali - Cose utili a sapersi ecc.
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