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LEZIONI DI LETTERATURA ITALIANA - ANNO ACCADEMICO 1906-1907
Quand’ebbe detto ciò, con gli occhi torti (76-78)
(torti – anche perché non osa guardare l’interlocutore – Prima
mangiava la cute, dopo dà un gran morso all’osso che scricchio-
la sotto i suoi denti di cane. Non è questa la interpretazione
del verso finale? – Riguardo il dubbio lacerante della conclusio-
ne bisogna ricordare che un cronista dice che i cadaveri dei
figli mostravano dei segni di essere stati violati da denti – un
altro racconta che erano stati i topi che avevano mangiato il
naso, le orecchie. Insomma si trovò che qualche cosa mancava
ai loro corpi. – Dante non ha affermato né per un verso, né per
un altro, non lo sa nemmeno lui come sia andata la cosa,
ha lasciato noi nel freddo mortale di quell’episodio che deve
fare anche più orrore che pietà. – Il poeta senza farcelo trop-
po bene scorgere ha fatto eco a quello che nel popolo si era probabil-
mente diffuso, perché c’è un cronista che lo racconta. – Cose che il
pensiero, per quanto orribili finisce sempre per credere. Anche a
Courrières, dopo la terribile strage si affacciò il dubbio atroce ...
che cosa avevano mangiato quei minatori? E anche questa ri-
sposta non si poté dare.
Io dico che come nel principio dell’Inferno, nel regno dell’inconti-
nenza, Dante ha voluto rappresentare pur nel peccato, un episodio
di gentilezza, di affetto, di passione, d’amore, in una parola,
così in quest’ultimo ha voluto rappresentare quello cui non
si può arrivare più in là con l’orrore. – Il fatto è che Ugoli-
no è fuor di posto. Perché l’ha messo nell’inferno? – Perché
è traditore? No. – ... ché se il conte Ugolino aveva voce –
d’aver tradita te delle castella, in realtà non aveva tra-
dito. E se vero era, perché mettere i figliuoli a tal croce? – Croce
ha un che di supplizio passivo.
Anche l’esclamazione con cui termina: Venga l’Arno e distrug-
ga tutto anche la memoria della gente e delle cose e sia can-
cellato tutto luoghi e persone, conferma che la cosa fu più orri-
bile di quel che a molti paia.
Ahi Pisa vituperio delle genti (79-89)
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E gli altri due che il canto suso appella.
Ha trovato modo di finir male! –
96.
Finis
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