Page 194 - Lezioni di Letteratura Italiana
P. 194

LEZIONI  DI  LETTERATURA ITALIANA - ANNO ACCADEMICO 1906-1907



                    Quand’ebbe detto ciò, con gli occhi torti (76-78)
                    (torti – anche perché non osa guardare l’interlocutore – Prima
                    mangiava la cute,  dopo dà  un gran  morso  all’osso  che  scricchio-
                    la sotto i suoi denti di cane. Non è questa la interpretazione
                    del verso finale? – Riguardo il dubbio lacerante della conclusio-
                    ne bisogna ricordare che un cronista dice che i cadaveri dei
                    figli mostravano dei segni di essere stati violati da denti – un
                    altro racconta che erano stati i topi che avevano mangiato il
                    naso, le orecchie. Insomma si trovò che qualche cosa mancava
                    ai loro corpi. – Dante non ha affermato né per un verso, né per
                    un altro, non lo sa nemmeno lui come sia andata la cosa,
                    ha lasciato noi nel freddo mortale di quell’episodio che deve
                    fare anche più orrore che pietà. – Il poeta senza farcelo trop-
                    po bene scorgere ha fatto eco a quello che nel popolo si era probabil-
                    mente diffuso, perché c’è un cronista che lo racconta. – Cose che il
                    pensiero, per quanto orribili finisce sempre per credere. Anche a
                    Courrières,  dopo la  terribile  strage  si  affacciò  il  dubbio atroce ...
                    che  cosa  avevano  mangiato  quei  minatori?  E  anche  questa  ri-
                    sposta non si poté dare.
                    Io dico che come nel principio dell’Inferno, nel regno dell’inconti-
                    nenza,  Dante  ha  voluto  rappresentare  pur  nel  peccato,  un  episodio
                    di gentilezza, di affetto, di passione, d’amore, in una parola,
                    così in quest’ultimo ha voluto rappresentare quello cui non
                    si può arrivare più in là con l’orrore. – Il fatto è che Ugoli-
                    no è fuor di posto. Perché l’ha messo nell’inferno? – Perché
                    è traditore? No. – ... ché se il conte Ugolino aveva voce –
                    d’aver tradita te delle castella, in realtà non aveva tra-
                    dito. E se vero era, perché mettere i figliuoli  a tal croce? –  Croce
                    ha un che di supplizio passivo.
                    Anche l’esclamazione con cui termina: Venga l’Arno e distrug-
                    ga tutto anche la memoria della gente e delle cose e sia can-
                    cellato tutto luoghi e persone, conferma che la cosa fu più orri-
                    bile di quel che a molti paia.
                     Ahi Pisa vituperio delle genti (79-89)
                    …………………………………………
                     E gli altri due che il canto suso appella.
                     Ha trovato modo di finir male! –



                                                96.

                                                                         Finis





                                                                                211
   189   190   191   192   193   194   195   196   197   198   199