Page 128 - Pablo Picasso
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Cézanne sono ritenute la pietra angolare di questo nuovo progresso. Si

           pensi,  innanzitutto,  alla  concezione  spaziale  della  tela  quale  entità

           composita  (Maurice  Denis),  soggetta  a  un  certo  sistema  costruttivo.
           Georges  Braque,  con  cui  Picasso  fece  amicizia  nell’autunno  1908  e
           condivise il ruolo di portabandiera del cubismo nei sei anni dell’apogeo

           di  questo  stile,  restò  sbalordito  dalla  somiglianza  tra  i  propri
           esperimenti  pittorici  e  quelli  picassiani.  Fu  lui  a  spiegare  che  «il

           principale obiettivo del cubismo era la materializzazione dello spazio».
           [80]
              Non  dello  spazio  tradizionale,  ottico,  illusorio  creato  dai  metodi

           prospettici  del  Rinascimento,  bensì  di  uno  spazio  nuovo  che  Braque
           definiva «tattile, manuale» e cercava di ottenere con composizioni di

           nature  morte,  con  le  gamme  tonali  e  con  le  pennellate  modulate  di
           Cézanne. «All’origine di tutto ci fu il contatto con Cézanne. Fu più di

           un’influenza, fu un’iniziazione.
              Cézanne  fu  il  primo  a  rompere  con  la  prospettiva  scientifica  e

           meccanizzata che era stata praticata per secoli dai pittori e che aveva
           precluso qualsiasi possibilità d’innovazione.»[81]
              Se però i paesaggi e le nature morte del maestro di Aix servirono a

           Braque in primo luogo come lezioni sullo spazio ben temperato in cui
           gli  oggetti  non  sono  altro  che  accessori  plastici,  per  Picasso  queste

           opere  comunicano  la  potenza  dell’atteggiamento  di  Cézanne  nei
           confronti dei propri soggetti: la calibrata drammatizzazione romantica

           di  sentimenti  ed  emozioni,  conseguita  attraverso  un  metodo  pittorico
           conscio, che si tratti di alcune pere su un piatto, di un pino sul ciglio di

           un dirupo, dell’imponente Mont Sainte-Victoire o di nude bagnanti nel
           bosco.
              E nel cosiddetto stile cézanniano di Picasso (contrapposto a quello

           braquiano, nonostante le loro analogie tecniche e stilistiche) c’è sempre
           un sentimento romantico e spesso tematico per la realtà dell’immagine

           dipinta, che si tratti di una natura morta, di un paesaggio o di una figura
           (mentre,  per  Braque,  quest’ultima  non  rivestiva  il  benché  minimo
           interesse). Cézanne si autodefinì un primitivo della nuova arte (come i

           grandi “primitivi “dei musei). Già nel 1904 il pittore Charles Camoin,
           divenuto amico di Cézanne, descrive quest’ultimo come un primitivista

           del plein air.[82] Fu proprio questo elemento primitivo presente nella
           “selvaggia eppur sofisticata natura” di Cézanne (Pissarro) che Picasso,

           sempre sensibile alle origini istintive e preconsce dell’arte, deve aver
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