Page 108 - Pablo Picasso
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Non era solo, in questa passione, dato che anche Derain era attivo nel
           campo della scultura lignea. A differenza di quelle di Derain, però, le

           sculture  lignee  di  Picasso  non  recavano  la  benché  minima  traccia  di
           decorativismo.
              Si trattava, infatti, di figurine-feticcio trasudanti un senso di gravità,

           di  drammatica  minaccia.  Queste  stesse  figurine  diventarono
           protagoniste dei dipinti da lui eseguiti all’inizio del 1908. È il caso, per

           esempio,  dell’opera  Amicizia,  il  cui  motivo  doveva  in  origine
           consistere  nella  scena  di  un  bagno  in  un  lago  silvestre  e  che  fu
           sviluppato  in  una  gran  quantità  di  schizzi  e  in  svariate  versioni

           compositive.
              Gli schizzi a guazzo (custoditi a Mosca) realizzati in preparazione del

           dipinto  dell’Ermitage  definiscono  i  tratti  pittorici  fondamentali  delle
           figure:  quella  femminile,  con  il  drappeggio  che  ricade  sul  braccio  è

           delineata con tonalità ocra chiare; appoggiata alla sua spalla, emerge
           una cupa figura maschile. Picasso le dispone in un unico blocco, come

           sbozzate  a  partire  da  un  solo  pezzo  di  legno.  Egli  vede  l’anatomia
           umana  come  una  costruzione  plastica,  e  il  dipinto  come  scultura.
           «Questi  dipinti,  mi  ha  rivelato  Picasso»,  ricorda  lo  scultore  Julio

           González,  «basta  ritagliarli  –  i  colori  sono  solo  indicazioni  delle
           diverse prospettive, dei piani inclinati da un lato o dall’altro – e poi

           assemblarli secondo le indicazioni offerte dal colore, per ritrovarsi in
           presenza di una “scultura”. E del dipinto “pitturato “non si sente certo

           la mancanza».[66]
              Nella versione definitiva dell’Amicizia Picasso si limitò a conferire ai

           corpi una maggiore densità, sottolineando ulteriormente la relazione tra
           forma e piani, attenuando in una certa misura la tonalità, attribuendo
           con ciò allo schema cromatico una maggiore sobrietà e rafforzando il

           già poderoso effetto di unità e di movimento coordinato delle figure.
              Percependo  il  dipinto  come  scultura,  Picasso  affrontò  il  tema  da

           scultore: se il dipinto è sempre illusione, un che di proiettato su uno
           schermo,  la  scultura  è  sempre  una  realtà  oggettiva,  immagine  della
           scultura  presente  nel  carattere  della  cosa-oggetto.  Benché  il  titolo

           dell’opera  (Amicizia)  sia  francamente  convenzionale,  possiamo
           “leggere” i gesti di sostegno e contatto, delicati e affettuosi; vediamo

           l’unità  e  l’accordo  del  ritmo  e  il  sonnambulismo  che  accomuna  i
           personaggi. Queste qualità introducono un elemento psicologico, quasi

           una nota di genere, nell’impersonale immagine presentata sulla tela.
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