Page 36 - Il Perugino
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In questo caso il portico si limita a due campate di profondità,
ma la struttura architettonica, solenne ma semplice, è identica e
serve per dirigere lo sguardo dello spettatore in profondità, con
l'ariosa apertura paesistica dello sfondo in cui colline prive di
asperità sono punteggiate da esili alberelli e sfumano in
lontananza verso l'orizzonte.
Su un alto trono decorato da volute e grottesche alla base (dove
si legge la firma PETRVS PERVSINVS PINXIT AN[NO
MCCCCLXXXXIII), Maria sta seduta col Bambino sulle
ginocchia, il quale guarda verso san Giovanni Battista a sinistra,
che a sua volta, con un gesto tipico della sua iconografia, lo ri-
indica allo spettatore.
A destra si trova poi san Sebastiano raffigurato durante il
martirio mentre seminudo, con un elegante perizoma a righe
spesso presente nei dipinti della fine del Quattrocento, si offre
alla crivellatura delle frecce con uno sguardo paziente e
malinconico che guarda verso il cielo: questa stessa posa si
trova in numerose altre opere del Perugino dedicate al santo,
oggi sparse in vari musei.
Il pilastro screziato dietro di lui è forse evidenziato per
rimarcare l'idea della colonna del suo martirio (Antonio Natali,
1995).
La composizione rappresentò uno dei primi esempi a Firenze
del nuovo stile di sacra conversazione, elaborato pochi anni
prima a Venezia da Antonello da Messina e Giovanni Bellini,
con uno sviluppo piramidale imperniato sulla figura centrale
della Vergine su un alto trono.
Inoltre in questa pala si inizia ad assistere alla trasformazione
dell'effigie mariana usata dal pittore, che trasformò nella sua
produzione matura l'elegante e raffinata giovinetta in una donna
più matura, semplice e severa, in linea con il clima spirituale
savonaroliano.
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