Page 1146 - Shakespeare - Vol. 4
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PROLOGO EN
Squilli di tromba
Commedie nuove e verginità son quasi lo stesso,
entrambe molto ricercate, entrambe ben pagate,
se sono intere e sane. E una buona commedia −
le cui modeste scene arrossiscono il giorno delle nozze,
e tremano di perdere l’onore − è come una
che dopo la santa unione e commozione della prima notte
tutta pudore è ancora, e ancora mantiene
l’aspetto verginale invece di mostrare la fatica del consorte.
Noi ci auguriamo che tale sia la nostra commedia; perché
di certo ha un nobile progenitore, un puro
e un dotto ed un poeta di cui mai s’aggirò
finora uno più illustre tra l’argenteo Trento e il Po. 1
Chaucer, da tutti ammirato, ci fornisce la storia;
in lui costante per l’eternità essa vive.
Se noi umiliamo la sua nobile origine,
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e a salutare questa fanciulla s’alzi un fischio,
o, come scuoterà l’ossa quel buon uomo
e griderà da sotto terra “Via
da me la loppa senza senso di questo scrittorello
che mi guasta gli allori, e i miei lavori illustri li riduce
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a roba da Robin Hood!” Con questo timore siamo qui;
poiché, a dire il vero, sarebbe fatica interminabile,
e troppo ambiziosa, aspirare ad eguagliarlo.
Deboli dunque, e quasi senza fiato nuotiamo
in quest’acqua profonda; a voi di darci
una mano in aiuto, e noi cambieremo corso
e faremo qualcosa per salvarci; sentirete
scene, benché al di sotto della sua arte, comunque
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degne d’un paio d’ore di sforzo. Alle sue ossa dolce riposo;